Tempo d'Avvento


Mi sembra che sia compiuto lentamente e faticosamente, un passo dietro l'altro, il cammino che avevo davanti, donata dove Dio mi aveva posto, lasciando perciò cadere sotto terra il seme della mia vita. Perché, superata la gioia di avere qualcosa da donare agli altri (gioia che si è trasformata col tempo in una certezza profonda e sicura che ha sempre sostenuto e guidato l'andare dei giorni) tutto è poi stato fatica quotidiana: un semplice insieme di momenti, situazioni e scontri, il continuo superamento di sé nello sbriciolarsi del tempo, ma fermi nello spazio, radicati in un luogo, tanto da assumere il volto, da vivere e amarne i valori, da dedicarvi la vita
Accettare l'incarnazione e cioè offrire carne e sangue agli ideali perchè diventino realtà, ha fatto rinascere in me più prepotente che mai la spinta a non essere stanca, ad essere pronta a ricominciare da capo, a rimettermi in cammino per farmi portare via il cuore da qualcosa che bruci più di prima. Dio per fortuna è forza mai stanca che rompe lo equilibrio raggiunto per aprire le nostre povere vedute e illuminarci gli occhi con la Sua luce, per allargarci il cuore e costringerlo ad amare del Suo Amore, per spingere il nostro passo, costringendolo a seguire il Suo procedere per sentieri già scelti che conducono a Lui.
Per rinascere da Lui; per sentire di nuovo la Sua mano che fa violenza ai miei limiti e poter dire: sulla tua parola getto le reti della mia vita, sono pronta a vendere tutto, a rimettermi in cammino, lasciando casa, amici, parenti, la terra dove abito, ogni cosa per non avere che Lui. Per ricevere di nuovo ogni cosa dal Suo cuore, ed essere povera, di quella povertà che e la condizione essenziale per chiamare Dio ad abitare in questo mondo.
La libertà nuovamente di sognare, sapendo che maggiore sarà poi la fatica dello sparire; poterlo guardare nuovamente con cuore giovane, conoscendo dove porta la strada di chi cammina dietro di Lui. Per poterlo guardare con adorazione e sapere che è Signore del mondo, padrone di ogni esistenza, principio e fine di ogni cosa, il motivo unico del mio esistere perchè motivo dell'esistere del mondo.
E' tempo di Avvento e rinasce in me la vita che gli avvenimenti avevano teso a spingere o soffocare. E rinasce il bisogno di difenderla, che per stanchezza e quieto vivere non avevo fatto più. Va invece alimentata, la vita, come il lume delle vergini, e l'olio deve essere sempre pronto ed abbondante per fare luce appena vi sarà l'indicazione di una via. Luce che non ci rende più facile l'andare, ma è indicazione della Sua presenza. Essere di nuovo un po' di lievito offerto a chi si vuole fare lievitare, non racchiuso sempre di più, per timore di chi non vuole esserne lievitato.
La libertà d potere credere ancora una volta, ed amare a cuore aperto, senza dovere stare sempre attento a quello che può urtare questo o quell'altro.
Solo speranza di dare la vita, e un cuore che non vuole l'inaridimento della esperienza, ma un'apertura fatta di attesa e di fede, (anche se costa una violenza a sé), di attenzione al Suo venire perchè si possa ripetere il miracolo del Suo nascere dove degli uomini Lo invocano.


Maria Grazia


in La Voce dei Poveri: La VdP novembre 1971, Novembre 1971

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