Le cose di Gesù

Penso che Gesù voglia dire tante cose, infinite cose. La Sua Verità o per meglio dire, con una parola tanto significativa di misure infinite e capace di chiarezze stupende pur nella sua oscurità - il suo Mistero è veramente inesauribile e tutto possiamo andare a cercare in Lui e tutto abbiamo la certezza dì poter trovare perchè la sua pienezza è totale nella sua perfetta realtà di vero Dio e di vero Uomo.
E' bellissimo e adorabile che una vita umana ci dia l'esperienza di Dio, una conoscenza di Lui chiara e immediata, quasi da poter dire: ho visto con gli occhi e toccato con mano Dio.
Gesù è questa offerta di esperienza concreta di Dio. In Lui troviamo Dio perchè tutte le sue cose sappiamo che sono di Dio. E' Dio che le vive. Sono la vita di Dio.
L'infinito significato di questo mio semplice atto di Fede cristiana: Gesù è Dio.
Allora tutta la vita umana, assolutamente tutta la vita umana di Gesù è adorabile. Ogni valore da Lui vissuto diventa valore divino, entra nella preziosità e nell'importanza propria unicamente di Dio.
E' realtà umana ma non più soltanto umana, è realtà, da dopo Gesù, di Dio. Dio se l'è fatta sua. Gli appartiene così tanto che dovunque questa realtà è, lì vi è anche Chi l'ha fatta sua con un atto di possesso definitivo e totale come può fare soltanto Dio.
La vita di Gesù, lo svolgimento della sua esistenza, tutto quello che Lui ha vissuto, tutto ciò che ha formato l'insieme della sua vita, io devo cercare di conoscere, di scoprire perchè comporta inevitabilmente un modo chiaro ed esattissimo di distinzione (l'unica distinzione da fare in questo mondo) in due categorie di tutti i valori umani e dell'esistenza: quelli che Dio ha scelti per la sua vita terrena e umana e che sono chiaramente indicati dallo svolgimento storico della vita di Gesù e quelli che non sono stati scelti e che rimangono quindi valori con misura dì importanza soltanto terrena. Valori apprezzabili quanto si vuole, rimasti però al di fuori dell'apprezzamento di Dio. Non scelti da Lui, non diventati suoi.
I primi valori, le realtà scelte, sono di Dio, personalmente di Dio. Dio ne è entrato in possesso e sono armai legate al suo Mistero. Hanno ricevuto da Lui come una consacrazione, sono state segnate dalla sua scelta, gli appartengono, sono cosa sua. Sono qualcosa di Lui. Lo indicano e, per così dire, lo contengono fino al punto che forse dove esse sono, lì è anche Dio. Certamente in quelle cose è il suo Amore, se lì vi è la sua preferenza.
Per via dell'Incarnazione, di Dio che si è fatto Uomo, del suo vivere la vita umana, si è stabilita come una inscindibilità fra Lui e tutto ciò che Lui ha vissuto sulla terra. Come una unione ipostatica allargata e diffusa fra la Divinità e tutte le realtà umane entrate a far parte, in modo così intimo e profondo, del Mistero dì Gesù, vero Dio e vero Uomo.
Allora io so, in questo mondo, in questa vita, ciò che è personalmente di Dio, basta che io sappia ciò che Lui ha scelto per farne la sua vita umana.
Io so ciò che non è entrato nel suo Mistero di esistenza terrena perchè Lui l'ha respinto, non l'ha voluto, non l'ha fatto suo e mai ha fatto parte quindi della sua vita, mai è stato vissuto da Lui, mai è stata cosa sua.
E' un criterio per giudicare le cose, i valori, le realtà, le importanze, che io devo tanto tenere presente e usare con assoluta sicurezza per decidere ciò che è cristiano e ciò che non lo è. Ciò che è di Dio e ciò che non è di Dio.
Diversamente rischio una enorme confusione nell'apprezzamento delle cose, ma specialmente perdo la possibilità di un Amore profondo e totale verso ciò che Dio ha toccato, fatto suo, verso tutto ciò che, sia pure misteriosamente, è Gesù. Non riverso una fiducia assoluta in tutto quello che ha valore così infinito fino al punto che è cosa personale di Dio. E non ne faccio contemplazione dolcissima e adorazione profonda. E non ne riporto una gloria infinita quando Dio mi rende partecipe di queste sue cose, così intimamente cose sue personali e non mi trabocca il cuore di gioia quando qualcosa di così tanto suo mi viene donata e diventa cosa «nostra», mia, e di Lui, in questo scambio, così stupendo, di possesso.
E' strano non avere ancora la Fede e l'Amore capaci di darmi di vedere nelle realtà che fa vita di Gesù, il segno chiaro di Dio. L'esperienza diretta e immediata di Lui. E l'indicazione materiale, concreta di quanto Dio è amore per me. E di quanto mi è dato di vivere di Lui vivendo delle sue stesse cose.
Ancora non ho creduto e specialmente non ho accettato che siano mie le cose che sono state dì Dio, le cose che Dio ha fatto sue.
E' per questo non comune possesso che ancora non sono di Dio. Perché da dopo Gesù si diventa e si è di Dio in proporzione a quanto le sue cose sono nostre.
Fino a non possedere assolutamente altro.
Ogni altro possesso, ogni altra realtà d'esistenza che Lui non ha scelto, che Lui non ha fatto sua, possedendola e costruendovi sopra la mia vita mi distingue da Lui, anche se non mi separa da Lui.
E' venuto a tracciare sulla terra una strada e vi ha camminato fino in fondo: quella è l'unica strada sulla quale Dio ha camminato. Credo che è giusto dire che quella è la strada di Dio.
Se voglio camminare nella strada tracciata da Dio e sulla quale Lui stesso ha camminato facendone la sua strada, è necessario che io vi entri e che vada avanti unicamente per quella. Anche se è stretta e sassosa. Sale e scende, a volte senza senso apparente. Vi si cammina a piedi nudi. Quasi sempre soli. E se qualcuno s'incontra e ci si prende per mano e si va avanti insieme, è sempre più solitudine sconfinata perché ad ogni passo avanti cresce l'Amore. Non si trova niente o quasi per la strada. E poco o nulla è possibile portare con noi all'infuori di una croce a volte veramente fin troppo pesante.
Conforta però e incoraggia e sostiene e allarga il cuore alla speranza e alla gioia e all'Amore più esaltante, trovare continuamente i segni del suo passaggio, le tracce dove Lui ha sostato a riposarsi, a mangiare, a dormire, a pregare... Sappiamo che un giorno i segni che troveremo del suo passaggio saranno dì dolore e tracce di sangue: ma non importa anche perché questo vorrà dire che siamo quasi arrivati dove Lui è arrivato e dove è certo che è lì ad attenderci a braccia aperte.



don Sirio


in La Voce dei Poveri: La VdP febbraio 1965, Febbraio 1965

menù del sito


Home | Chi siamo |

ARCHIVIO

Don Sirio Politi

Don Beppe Socci

Contatto

Luigi Sonnenfeld
e-mail
tel: 058446455

Link consigliati | Ricerca globale |

INFO: Luigi Sonnenfeld - tel. 0584-46455 -