Al Pastore Evangelico di St. Moritz

Lettere fra amici

Carissimo fratello,
è da tanto tempo che volevo scriverti e non solo privatamente con una lettera chiusa dentro una busta e consegnata alla posta, ma con una pagina impressa su questo povero foglio dove ogni mese depongo tutto quello che ho di Fede e di Amore nella mia ricerca di vita cristiana per me e per i miei amici.
Volevo tanto che fosse su queste pagine della mia vita che ti giungesse la mia parola di affetto fraterno, tutta la mia verità d'amicizia e la mia profonda riconoscenza per la stima, la considerazione che tu hai di me, del mio povero lavoro, dei miei ideali, del mio sacerdozio.
Perchè io e tu sappiamo quanto in Gesù Cristo ci vogliamo bene e quanto la nostra vita è vincolata insieme, resa unita dal Suo Amore. Tante volte abbiamo parlato di Lui e del Suo Mistero nel mondo e tante volte abbiamo parlato di questo mondo visto nelle sue terribili problematiche davanti a Lui, alla Sua Verità, alla Sua Giustizia.
E la sofferenza per constatazioni amare di un progressivo scristianizzarsi del vivere umano, ci angosciava il cuore e ci riempiva di tristezza. Ma anche la Speranza nella forza della Parola e nella onnipotenza della Grazia ci colmava di fiducia, rinnovando in noi serietà d'impegni e generosità di offerta.
Ricordo con tanta gioia il nostro stare insieme, in qualche ora di riposo anche per me, durante le tue vacanze nella nostra splendida pineta di Viareggio, mentre tua moglie, così dolce e serena, preparava la tavola davanti alla tenda sotto gli alberi immensi nel cielo azzurro e i tuoi tre meravigliosi bambini giocavano nella sabbia.
E poi nella tua casa parrocchiale di St. Moritz. Le montagne colmate di neve. La distesa meravigliosa del lago, deserto bianco, abbacinato di sole. La dolce pace del nostro parlare uguale alle lunghe soste sulla montagna con davanti orizzonti di catene bianche alpine a perdita d'occhio.
Grazie, fratello, dal più profondo del cuore. E' molto bello venire da lontano e per vie tanto diverse e subito volerci bene e trovare gioia nello stare insieme perchè il desiderio da tempo ci aveva avvicinato e tutto era pronto e preparato: è bastato aprire il cuore e la comunione di Amore è subito avvenuta. E' come quando è primavera sulle sponde del tuo lago e sui poggi delle tue montagne: subito l'inverno scongela e lo spesso strato di ghiaccio diventa azzurro di lago e la dura neve tappeti di verde e fioritura stupenda.
Che Dio voglia, fratello, che ciò che fra noi è avvenuto si allarghi a tutto il nostro popolo cristiano, perchè il tempo è venuto che i figli di Dio si ritrovino insieme.
Devo anche ringraziarti dell'aiuto che ogni mese - con dolce e fraterna fedeltà - da molto tempo mi spedisci per aiutarmi nelle mie povere cose. Ho pensato di usare quella somma per le spese di spedizione de «La voce dei poveri». Qui, come ti ho scritto all'inizio, su queste pagine vi è tutta l'anima mia e tutta la mia fatica di Amore e di Fede per il Regno di Dio: sono veramente felice che questa mia fatica possa essere diffusa per mezzo di te, fratello, comunicata per mezzo della tua Fede e del tuo Amore.
E grazie anche dell'immagine del Crocifisso della mia chiesetta stampato sul foglio periodico delle Chiese Evangeliche dell'Engadina. E' stata una gran gioia per me. E mi sono fatto tradurre la presentazione che tu ne hai fatto, la descrizione della mia casa, quelle parole di amicizia scritte sulla porta e il porto stipato di barche, colmato di sole.
Grazie di tutto, fratello, e la dolce bontà di Dio sovrabbondi la tua serena bontà con misure sempre più grandi da rendere sempre più prezioso il tuo fedele servizio di Pastore nella Comunità cristiana che alle tue cure si è affidata. E la Sua benedizione custodisca, colmandola di ogni bene, la tua dolce famiglia dove la pace è l'aria che respirate, l'Amore il pane che mangiate.
E Gesù ci custodisca nella Sua Verità e ci doni le misure del Suo Cuore perchè il Suo Amore sia il nostro Amore.
Fraternamente,


don Sirio


in La Voce dei Poveri: La VdP aprile 1964, Aprile 1964

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