La poesia dei giorni

10 giugno - Ora che Papa Giovanni ci ha lasciati, il vuoto si fa tanto doloroso. La sua malattia, le sue ultime parole, il suo volto disteso nella morte ci hanno tenuto ancora in compagnia di questo grande: adesso non ci resta che l'angoscioso «perchè», ho in cuore i versi di David Turoldo: «O Signore mio, amato e crudele».

14 giugno - Passano i miei giorni a riordinare e ripulire la casa. E' considerato così leggero e quasi sciocco il lavoro della donna, eppure mi sembra che il nostro faticare tutti i giorni a togliere polvere e rimettere ordine sia un portare nel mondo un riflesso d'eternità. L'uomo trova la casa pulita e linda, e così in ogni parte del mondo. E' dunque un lavoro nobile questo che restituisce alla terra un poco del volto celeste del Paradiso perduto.

Corpus Domini - Sento così vivo questo giorno in cui particolarmente adoriamo il Corpo del Signore. L'infinità di Dio si fa Corpo, una particola bianca che portiamo in processione per le strade. Dunque tutta la realtà si fa possibilità d'infinito, lievito d'eternità. Proprio la nostra realtà così intrisa di dolore, di fatica, di disinganno possiamo portarla come un ostensorio per le glorie di Dio.

21 giugno - E' morto il nostro vicino di casa, la morte ci riproduce ogni volta l'intensità del suo mistero. Era un ingegnere che tanto amava queste colline e questo verde mare d'ulivi. All'improvviso è andato di là: con che occhi guarderà questa campagna, come sarà il suo sguardo?

25 luglio - Pecol d'Ampezzo - Ho passato giorni muti, ore cieche, affogate in una tristezza senza fondo. Mi è tanto difficile rialzarmi e guardare con fede perfino i crocefissi che quassù spalancano le braccia su tutta la valle. Oggi arriva mio marito, forse ne usciremo insieme.

29 luglio - Ho ricevuto una lettera carissima in cui era stata avvertita, pur da lontano, la mia pena. L'ho letta con tanta commozione. Uscendo nel prato c'era superbo un giglio di montagna, avrei voluto poter mandarlo così, senza altre parole, come risposta.

20 gosto - Sono arrivati i giorni felici tra boschi e rocce, lungo torrenti vivi e laghi luminosi, la gioia è stata di essere insieme e soli quassù dove il cielo è vicino e le crode ne lambiscono l'altezza.

21 gosto - Ieri sera recitando il mio rosario ho tanto meditato il Mistero della preghiera nell'orto. Il Cristo quando chiese al Padre che Gli fosse allontanato il calice della morte in croce non pregava e soffriva solo per sé, era per tutta l'umanità che avrebbe seguito la sua sorte e portato la propria croce per tutto il mondo e per tanti secoli.

25 agosto - Ieri siamo stati al Sasso Pordoi, l'occhio ha spaziato su un mare di cime e vallate, di ghiacciai e contrafforti fino all'estremo orizzonte. Stamani quando il sacerdote ha recitato il Pater durante la Messa ho avvertito, quasi con violenza, quanto sia giusto che prima di ogni domanda per noi, l'anima s'innalzi all'alto dei cieli, invochi la santità del Nome di Dio e chieda l'avvento del Suo Regno.

27 agosto - Stamani in riva al lago di Landro tutto azzurro su cui il vento scendeva dal fresco dei prati, dalla limpidezza delle crode, abbiamo afferrato un riflesso di cielo, forse per l'ultima volta, prima di partire.


Grazia Maggi


in La Voce dei Poveri: La VdP settembre 1963, Settembre 1963

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