Preghiera al Santo Curatino

Fratello, la Chiesa ci ha detto che Tu sei in Paradiso con assoluta certezza. Ti pensiamo lassù nella Gloria di Dio. E ti parliamo delle nostre cose sapendo di parlarne con Lui.
L'hai cercato, chiamato e amato per lunghi anni, da questo deserto, dal buio di una notte che sembra mai finire, il Mistero ha avuto un corpo e un'anima in te. L'umanità un cuore. L'universo una voce. Dio una esistenza umana tutta per Lui. Eri qui una lode vivente sulle nostre strade. E per te si è diffusa la Sua Pace e è stato donato il Suo Amore.
Ciò che Lui è stato fra gli uomini Tu hai cercato di continuare ad essere, o pugno di lievito, o sale della terra, o luce del mondo.
E gli uomini hanno avuto un padre, un fratello, un amico. Hanno avuto un povero come loro, i poveri. Uno che, semplice e umile, era nella casa di tutti. Perchè ti sei fatto pezzo di pane che tutti potevano mangiare e bicchiere di vino di vigna che tutti riusciva ad inebriare, Tu che ogni mattina di pane ne facevi Dio e di vino il Suo Sangue.
Davi le tue scarpe ai poveri e i tuoi vestiti perchè avevi dato il tuo cuore e l'anima tua.
Potevi dire parole di pace e di Amore e di conforto e di speranza perchè erano preghiera, implorazione di notte e di giorno davanti al Signore e contenevano, anzi erano Grazia, Sacramento di Amore.
Lascia che abbiamo il coraggio di pregarti perchè la nostra Carità sia vera, secondo il Mistero di Cristo. Non lo è, o piccolo Santo dell'umile e nascosto e semplice Amore del prossimo. Non lo è.
Non nasce la nostra Carità da mani pure perchè il nostro cuore forse non ama. La sentiamo dovere, la carità, ma non gioia e grazia. E non ci prorompe violenta, incontenibile, dall'anima, ma spesso è soltanto fatica e sforzo. Facciamo qualche volta la carità e questo forse ci condanna perchè vuol dire che non siamo Carità, il Mistero di Cristo vivente fra gli uomini.
Perchè non è giusto che per un buono di carne o di latte o un affitto pagato siamo creduti o passiamo per gli uomini della Carità: ne siamo appena un'ombra, forse soltanto un misero tentativo.
Perdonaci se osiamo camminare per le strade dove Tu hai camminato e entrare in quelle stesse case dove Tu sei entrato, Tu Carità viva e vivente, noi soltanto portando fra le mani, incartato, un povero segno di Amore e qualche volta forse una testimonianza sbagliata.
E' poco, troppo poco, piccolo Santo della dolce e umile Carità fraterna. Dacci qualcosa del tuo cuore. Accendi in noi del tuo fuoco. Perchè l'Amore ai poveri sia passione fino a darci di essere poveri di quella povertà che unicamente rende capaci di Amore.
E ti preghiamo anche per questo foglio che forse con troppa disinvoltura chiamiamo «voce dei poveri». Nasce ogni mese da questa tua città, ma ha senza dubbio così poco del tuo Spirito di Fede e di Amore e della tua dolce e serena umiltà e povertà.
Benedici ogni parola, nonostante che nulla meritiamo, perchè la nostra testimonianza e ricerca non sia vanità, orgoglio, polemica, ma perchè dolcemente e serenamente ogni parola sia grazia di Verità e luce di Amore per noi e per chi ha la generosa Bontà di leggerla.



in La Voce dei Poveri: La VdP maggio 1963, Maggio 1963

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