Mistero di Natale

Il 25 dicembre è da secoli Natale, come dire il giorno della nascita. Principio di una vita. Inizio d'esistenza. Aurora di un tempo.
Se un raffronto l'ha il Natale di Gesù nella storia del mondo, è un po' come il giorno della Creazione quando l'esistenza ha avuto dalla Volontà creatrice di Dio principio.
In quel momento l'esistere fiorì, come luce dalla sorgente di luce, in perfetta rispondenza al Pensiero e alla Volontà di Dio. Nel Natale è la nascita del Figlio di Dio fatto Uomo, in perfetta rispondenza al disegno d'infinito Amore di Dio.
All'inizio del tempo fu il mondo, nella "pienezza dei tempi" è la nascita di Gesù.
E questa nascita - è quella di Dio fatto Uomo - non è fatto individuale riguardante soltanto Gesù. Ogni nascita è necessariamente una continuazione, ma quella di Dio non può che essere un inizio. E' principio d'esistenza completamente nuovo, assolutamente senza antecedenza. E' chiaro che non vi è né vi può essere mutazione, né novità nei confronti di Dio, essendo impossibile che qualcosa sia aggiunto a Lui pienezza perfetta dell'essere, ma tutta una infinita, misteriosa e sostanziale mutazione e novità è nell'esistenza umana.
Da quel Natale in poi l'umanità è congiunta alla Divinità attraverso la Natura umana assunta dal Figlio di Dio nella Sua Persona divina. Da allora s'inizia necessariamente una storia nuova. I valori sono essenzialmente modificati anche se apparentemente sono gli stessi. La nostra Verità è troppo un'altra, da allora. La nostra realtà d'esistenza è tanto diversa.
Perchè a Natale non è nato soltanto Gesù. Un Bambino, figlio di una donna e di Dio. A Natale è nata un'esistenza nuova, un modo nuovo d'esistere. Ha avuto inizio una storia. Di colpo, immediatamente. Da quel momento la terra ha acquistato significato e valore nuovo. Gli uomini pur rimanendo gli stessi, e quanto spaventosamente sono rimasti gli stessi, sono stati diversi. Chi ha avuto da allora carne e spirito e vita umana gli è stata comunicata una natura umana "modificata" dal fatto di essere natura umana unita nell'unica Persona divina al Figlio di Dio.
La storia adesso fatta da questi uomini è vissuta personalmente da Dio. E è tutta nella Sua Carne e nel Suo Sangue, così tanto che dall'essere vissuta e sofferta da Lui fino alla Croce, l'umanità ne è salvata, redenta. E' cioè, e perfettamente, per quello che da Dio dipende, secondo il Pensiero e la Volontà di Dio.
E' adorabile pensare che la mia storia, quella di tutti, dell'umanità intera, è nata là, in una capanna, nella povertà e nella solitudine, in una notte luminosa di stelle e di canti d'Angeli.
E' nata là perchè tutta vissuta, e in piena e totale Verità, nella storia dì Gesti.
Siamo nati in quel giorno insieme a Lui. E fino al punto che quello è veramente il nostro giorno dì nascita: gli altri, quelli in cui siamo nati, è come il momento in cui entrano in circolazione monete d'oro, già coniate e col prezzo pagato, chiuse nel tesoro.
Entriamo nel mondo materiale in modo visibile e scoperto, il giorno della nostra nascita, per un moltiplicarsi di manifestazione della Bontà di Dio che continua nella Sua Volontà di creazione e di comunicazione d'esistenza attraverso il nostro nascere alla vita. Entriamo nel mondo soprannaturale il giorno del nostro Battesimo: e è la manifestazione che Dio si è fatto Uomo e ha salvato gli uomini, testimonianza, viva e concreta, della Sua Volontà di Salvezza. E in quel giorno Lui, Gesù, nasce in noi per opera di Spirito Santo, come noi nasciamo in Lui e con Lui nel Suo Natale.
Ma la nascita di un cristiano, come quella di Gesù, non è fatto individuale e particolare, ha sempre un senso universale perchè ha un valore di misura infinita come tutto il Cristianesimo.
Penso al Natale dì Gesù. E' sulla paglia della mia carne, nella solitudine del mio cuore, nella notte del mio spirito, nel freddo della mia indifferenza, nello squallore della mia mediocrità. E' in queste condizioni che si inizia una vita. Condizioni che rimarranno sempre, perché così è la mia esistenza. E intanto però la Sua presenza è attiva. E' forza urgente. E' pressione incessante. E' lavoro senza soste. E' vita e vita di Uomo Dio - che vuol vivere, espandersi, comunicarsi, donarsi.
Se fossi attento la sentirei come fiume in piena. Come vento impetuoso. Come luce abbagliante. Ma infinitamente di più perché è Dio dentro la carne, vivo nel sangue, presente nell'anima. E' la mia carne nel Suo corpo, sangue mio nelle Sue vene, anima mia nella Sua anima. Comunione misteriosa, eppur tanto reale, di vita e di esistenza, di verità e di destino.
Così è per me, per te, per gli altri, per tutti. Assolutamente per tutti. E' così per tutta l'umanità. Siamo nati insieme tutti perché nati nella Sua nascita e cresciuti con Lui, per vivere con Lui e morire con Lui ed essere salvi in Lui.
Ascoltiamo tutto in noi, tutto, anche il vibrare di un muscolo e il tremare di un sentimento, ma non siamo capaci di ascoltare la violenza della Sua Presenza. Il nostro orecchio non avverte questo frangersi dì un Oceano sui nostri scogli, questo urlare di vento sul nostro deserto, questo scuoterci a terremoto fin nel midollo delle ossa. Perché?
L'umanità in cui è nato Dio. L'umanità nata nella Sua nascita.
Non ho ancora accettato questo mio Natale. Ancora non ho fatto esperienza di questa mia esistenza nata a Natale. Forse non sono nemmeno convinto che è la mia nascita il Natale perché è la Sua nascita.
E è perché questa vita, che da allora ha avuto inizio, non è la mia vita -- ancora non ho voluto pienamente che fosse la mia vita. Ho pensato, e mi è bastato pensare così, che in fondo la mia Fede nel Natale - in questo infinito Mistero dell'Incarnazione - era sufficiente, perché credevo che il Figlio di Dio si era fatto Uomo. Eccolo lì, povero Bambinello, al freddo in una mangiatoia di un bue e d'un asinello. Un po' di commozione... Cose molto belle... Esempi che se tutti li seguissero sarebbero cose meravigliose....
Ma poi una distanza di millenni fra me e Lui e un abisso d'impossibilità di rapporto d'esistenza, di vita unificata a forza d'Amore.
Mentre Lui è nato perché anch'io potessi nascere e avere "la Vita e averla in sovrabbondanza".


don Sirio


in La Voce dei Poveri: La VdP dicembre 1962, Dicembre 1962

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