Una briciola d'amore

Stava tutta rincantucciata in quello scompartimento di treno di malati e pareva un animaletto pronto a raggomitolarsi ancora di pił in un assurdo tentativo di difesa.
Era molto piccina, con i capelli grigi, un corpicciolo contorto dall'artrite e due occhi tondi: li girava di qua e di lą e taceva, taceva sempre.
Io ero entrata e parlavo con una malata. Guardavo la donnina, ogni tanto, e provavo un certo senso di disagio perché la sentivo chiusa in quel suo silenzio, come se questo fosse per lei l'unico mezzo che aveva per difendersi. O forse era solo perché non aveva nessuno con cui parlare e si era abituata a tacere sempre, chissą... Pensavo a queste cose, guardandola.
Improvvisamente la vidi scendere dalla sua cuccetta e uscire appoggiandosi qua e lą.
Era penoso vederla muoversi con tanta fatica e doveva anche soffrire, ma sembrava, guardandola, che la sua unica preoccupazione fosse quella di passare inosservata.
E ancora a fatica e silenziosamente, la vidi riapparire e rimettersi al suo posto.
Aveva il volto teso e con la mano si accarezzava pian piano una gamba. Doveva farle molto male.
La guardai e anche lei mi guardņ. Disse : "Ho l'artrite", come se quella parola riassumesse tutto, tutto.
Mi misi a massaggiare pian piano la gamba e allora accadde una cosa strana: due grosse lacrime cominciarono a scenderle lentamente gił per il volto.
Non avevo mai visto piangere in quella maniera. Un volto immobile, fermo, solo un po' smarrito e quelle lacrime inverosimili, assurde, cosģ in contrasto con quella immobilitą... Non c'era disperazione sul volto, lo vedevo bene. C'era solo la rassegnazione di chi non ha che il dolore in cui sperare... Ed erano terribili quelle lacrime, proprio per questo.
Ma poi, tante altre lacrime e dopo in serena libertą.
Vidi il volto perdere la sua immobilitą, gli occhi animarsi, le labbra muoversi a sussurrare, finalmente, compressa nel cuore da un'eternitą, una storia di sofferenza, di solitudine, di disperazione.
Ho ringraziato Dio di avermi dato di esistere.


s. f.


in La Voce dei Poveri: La VdP giugno 1962, Giugno 1962

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