Tempo di Resurrezione

"Io sono il Primo e l' Ultimo e il Vivente: e fui morto ed ecco sono vivo per i secoli dei secoli". (Apoc. 1, 18)

E' meraviglioso questo riversarsi di vita nel mondo ad ogni primavera. Qualcosa di segreto che si rivela con dolce e sicura violenza, una vitalità addormentata e nascosta che s'impone con espansione incontenibile. E' una sopraffazione lenta e decisa,
E un mattino apri gli occhi e ti lasci vincere, Cammini per un sentiero segnato fra il verde nuovo e ti lasci portar via, ti abbandoni sull'erba nuova, calda e odorosa di umidità e accetti di essere vivo, vivente di una vita vasta, aperta, misteriosa, profonda d'infinito.
Ogni anno la natura crea le condizioni favorevoli per la comprensione e l'accoglienza del miracolo della Resurrezione. Perché la terra contiene il Mistero. E' simbolo meraviglioso di una Realtà, è indicazione di una verità, e ambiente stupendo per una contenenza essenziale.
E mi pare che il Mistero, a un tratto, trasparisca e si riversi inondando di luce. La Realtà forza l'apparenza e si espande violenta. La Ferità supera - almeno ogni tanto - il simbolismo e questo povero mondo riflette una Presenza, la terra ne palpita e ne trema. Qualcosa di sacro, di divino è questo fiorire, questo azzurro nuovo, questo splendere dell'aria, questo trepidare di vita.
Trovo la Sua Resurrezione diffusa dovunque. Si allarga e si distende a muovere tutto. E' fatta di alberi in fiore e di erba nuova. E' dove si cercano per unirsi il cielo e il mare e corre misteriosa lungo il crinale delle montagne immerse nell'azzurro.
Colma la vallata, si vede benissimo e si apre sulla pianura di campi coperti di nuovo colore.
L'ho vista nei tuoi occhi senza timori e senza veli. So che è nel tuo cuore. Vive nelle tue vene e segna chiaramente, con trasparenza cristallina, il tuo destino.
E' per la Resurrezione che non ho paura di nulla. Mi dà di non pensare al male che è morte. Mi concede di poter vedere soltanto il bene e di accogliere allora tutto, a cuore aperto, in pace perfetta. E' liberazione serena, è purezza verginale. Dio è fra noi. E' vivo. E' il vivente. Gli offro me stesso perchè deponga, allarghi in me la Sua Vita. In me, in te, in tutti, nella umanità, in ogni angolo, in tutto l'universo.
In un mattino lontanissimo - ma è come se fosse stato stamani - prima che il sole di tutti i giorni spuntasse a vincere il buio della notte, dal buio della morte ha inondato di luce l'universo la Resurrezione. E' nata allora veramente la Vita, la Vita che non tramonta all'ora di sera.
Quando è nata dal Seno di una Donna, è nata per la morte, ma quando è rinata dal buio della morte è nata unicamente per la Vita. E' da allora che la Vita è cominciata veramente in questo povero mondo afflitto e schiacciato dalla morte.
Bisogna accorgercene della presenza di questa Vita, bisogna che lo sappiamo che la Vita vive fra noi. E' necessario averne esperienza. E' doveroso provarne il palpito violento, l'energia nascosta, la vitalità incessante.
Non può non essere anche nelle cose, non comunicarsi anche alle cose, alla terra, all'aria, all'acqua. Anzi il mondo sente questa Presenza e la vive nella sua verginità naturale, nella sua purezza di creazione. E' il nostro occhio che è nell'ombra e non vede, e il nostro cuore che è chiuso e non si apre: e ci fermiamo al velo, all'apparenza, alla crosta. E' per questo che il Mistero rimane coperto, nascosto, segreto. Ma non è meno vivo, meno vivente, meno resurrezione.
Occorre la Fede chiara e limpida, come un vento che spazza nebbie e nuvole, come un sole che sorge a tutto dolcemente illuminare. Il cuore allora vede attraverso gli occhi una visione nuova e l'anima scopre l'invisibile: la dolce facilità di vedere ciò che non si vede. E avvertire che l'invisibile riversa, riflette l'unica luce nella quale è possibile vedere chiaramente ciò che si vede.
La certezza che Gesù è risorto e che è vivo dona senso e valore ad ogni realtà. Il tempo diventa un passare che non è un cadere nel vuoto. L'esistere non è più un morire ogni giorno. L'Amore non è illusione vuota come una pazzia. Gli altri non possono essere più nemici. La terra è veramente abitata. La storia sono uomini vivi a farla.
Perchè la vita umana è veramente viva. E' viva di vita autentica. Ne ho un pegno, una garanzia sicura. Si comunica a me, a te, a tutti, perchè è già nostra vita. E' tutta la nostra Verità, perchè noi siamo questo stesso destino.
E' molto bello sapere e credere che noi siamo vivi non tanto per questa nostra ombra di vita, impressione di vita (il tempo ci toglie ogni concretezza e ogni senso di possesso), ma perchè Dio possiede, ha in Sé, la pienezza della vita umana. Vive la natura umana in modo attuale, presente, e ne porta in Sé tutto il meraviglioso destino. E' in questa pienezza di vita vissuta da Dio, presente in Dio che trovo e sento racchiuso, accomunato il mio vivere. Qualcosa di me è veramente vivo, e già al di là della morte. E non qualcosa di me, ma tutto me stesso e tutto il destino umano.
Dio ha preso nella Sua Persona divina la natura umana, l'ha partecipata fino alla morte: ma l'ha vissuta fino alla morte per riprenderla liberata dalla morte, risuscitandola per avere intera e perfetta, realmente viva, la Vita umana nel Suo Mistero di Vita divina.
E il Suo vivere d'Uomo, dopo una brevissima pausa di morte, continua con tutta la pienezza della vita: pienezza e totalità umana nella potenza e onnipotenza della Vita di Dio.
Questo adorabile Mistero di Gesù vivente.
Non diciamo che Gesù è vivo in modo simbolico, come per un ricordo. Non è vivo per la vitalità della Sua Parola, della Sua dottrina. Non è vivo per la Sua incidenza nella storia, per una presenza d'importanza storica. Non è vivo e presente per la perenne attualità del Suo messaggio. Per questa vita basterebbero i monumenti sulle piazze e i libri che parlano dei personaggi della storia.
Gesù, il Figlio di Dio fatto Uomo, è vivente perchè è risuscitato dalla morte e è vivo di vita vera, concreta, reale. E' vivo al di fuori del tempo, ma questa vita si riflette, è presente nel tempo perchè è ciò che ogni uomo è e perfettamente sarà. La Sua storia ancora una volta è la nostra: ha preso tutto di noi, anche ciò che è oltre la morte, la nostra vera vita, la nostra gloria, la nostra eternità. Lui è veramente e in modo adorabile il Figlio dell'Uomo.
Il mio corpo affaticato e stanco, pauroso di anni e di mistero, può accogliere la Vita, Lui, il risorto, il vivente. Nel mio morire d'ogni giorno (e il tempo o la malattia, o la disgrazia mi uccidono e mi fanno polvere e cenere) vi è già questo lievito, cresce quest'albero della vita, vi è questo sale di conservazione, vi è la luce «che illumina ogni uomo che viene a questo mondo» (Gv. 1,9).
Siamo i credenti nella vita. Il Cristianesimo non è la religione dei morti. Non campa sui funerali e non si regge per via dei suffragi. Contro i sadducei negatori della vita eterna e quindi negatori anche di una autentica concretezza di vita terrena, Gesù gridava (e si sente già la voce del risorto, del trionfatore della morte, del vivente) a difesa di Dio principio e motivo di vita: Dio «non è il Dio dei morti, ma dei viventi perchè tutti vivono per Lui» (Lc. 20, 38).
Il Cristianesimo è presenza viva di Gesù. Crediamo e adoriamo un vivente. Permanenza di vita, attualità di vita. Vita viva, vivente. Attività continua, operosa. Vita che vive una glorificazione incessante di lode a Dio, vita che vive una salvezza sempre operante di tutta resistenza umana, di ogni più piccolo atto umano e di tutta la storia.
Non è una presenza distaccala, rassegnata, lontana, ormai vivente per proprio conto. Non è un ideale, un sogno di gente che muore, non è attaccarsi a una speranza per vincere la disperazione di condannati a morte. Non è qualcosa di mummificato messo sotto vetro. Una statua fatta di devozione sospirosa e affumicata di candele...
Io credo e adoro e amo Gesù: Dio fatto Uomo e come Uomo muore, ma al terzo giorno, questa umanità del Figlio di Dio morta, risorge e è finalmente viva di vita totale. Adoro questa vita, amo questo vivente: mi dice in questo momento le Sue parole, mi guarda con occhi vivi fino in fondo l'anima.
Sento la Sua vita pulsare in me e nel mondo in modo dolce e violento. E' attività, impegno. E' qualcosa di vivo, di vivente. E' urgenza misteriosa, spinta incessante, fuoco ardente, Amore appassionato.
E assurda allora è una staticità, un conservatorismo piatto e inerme. Il Cristianesimo non è un quietismo buddista o un fatalismo mussulmano. E tanto meno un pacifismo pacioccone o una remissività facilona. Ancora meno può essere una religiosità attendista o formalistica, un pietismo vuoto e meccanico.
Il Cristianesimo è testimonianza viva di vita. Ricerca incessante e appassionata di sempre più intensa partecipazione alla Vita vivente di Gesù. Scambio e dono vicendevole di Vita fra Lui e noi. E' parola viva. E' speranza viva. E' amore vivente. E' Uomo-Dio risorto. E' Resurrezione.. E' vita eterna.
E ogni mattina e quando voglio, ma specialmente quando la morte mi vince e mi soffoca e mi sento già morto perchè vivo soltanto perchè respiro, quando ho paura di non riuscire a vivere e mi prende il terrore di avere di vivente solo il nome (Apoc. 3, 1), allora il Mistero di Gesù vivente si fa presente, concreto e reale davanti a me, fra le mie mani. La Vita vera, la Resurrezione viva, il Corpo e il Sangue vivente sono Pane e Vino. Cibo e bevanda. Nutrimento vitale. Sazietà infinita.
Mi vuole sopraffare, la Vita. Mi vuole rapire nella Sua Resurrezione, il Vivente. Perchè vuole che nella mia morte - in quella di ogni giorno e in quella dell'ultimo giorno - trionfi e splenda la Vita. In me e in tutti.


don Sirio


in La Voce dei Poveri: La VdP maggio 1962, Maggio 1962

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