Buon Natale a tutti, cari amici. Ma non l'augurio di un buon pranzetto alla tavola di famiglia profumata di affetto. E nemmeno l'augurio della gioia dell'amicizia per scambio premuroso di regali. Neanche e forse tanto meno buon Natale fatto di pace sentimentale e di quiete d'anima per ovattamento di mediocrità soddisfatta, data la Messa di mezzanotte ascoltata col canto del «Tu scendi dalle stelle».
Nel mondo cristiano sono sopravvenuti col tempo un mucchio di sentimentalismi che a poco per volta sono stati scambiati per il Cristianesimo. Il sentire alla maniera umana le cose di Dio ha fatto scendere la terribile Verità dei Misteri di Dio al livello della sensibilità umana fino al punto che attualmente - ma forse è da tanto tempo, secoli - il fatto religioso più comune non è in rapporto a Dio e a tutto quello che è Dio ma invece in rapporto a un vago e vuoto e insulso sentimentalismo religioso messo insieme raccogliendo tutto ciò che suscita emozione e commozione.
Tutto questo fenomeno di culto sentimentale e di religiosità emotiva ha ridotto il Cristianesimo a qualcosa d'infantile, di puerile, a qualcosa da bambino tenuto per mano dalla mamma e da raccontini della nonna. Fiori, candele, statuetta paffutella di gesso fra trine e lampade elettriche, organo, «pastorelle», presepio, albero scintillante di luci, panettone, regali, auguri...
Evidentemente venendo a nascere fra gli uomini, Dio ha ottenuto qualcosa fra loro. Meritava proprio.
Ci sono anche i pranzi offerti ai poveri. I pacchi-dono ai bisognosi. Distribuzione straordinaria di indumenti. Giocattoli ai bimbi poveri... tutti si danno da fare per essere buoni. Perfino le persone importanti si inteneriscono e si fanno fotografare con in braccio bambini poveri o di operai, e posano versando le minestre ai vecchietti riuniti a tavola, o nel dare pacchi di beneficenza.
L'aria è fredda, tagliente. Un cielo di cristallo azzurro con tante, tante stelle a tremare dal freddo lassù. Gli uomini si sentono più buoni. Palpita dovunque la bontà, quasi sembra di vederla cogli occhi e prenderla con le mani. Vien voglia di pensare che ogni giorno bisognerebbe che fosse sempre Natale.
No, cari amici. Non vi auguriamo un Natale fatto così: accomodante, dolciastro, sentimentale, falso e insulso. Vi auguriamo che siate almeno come la mangiatoia e la paglia dove Gesù, il Figlio di Dio è stato deposto al suo nascere. Vi auguriamo cioè che accettiate in voi e fra voi il Figlio di Dio fiorito dal verginale seno di Maria Sua Madre. Che sentiate il peso del Corpo umano di Dio nato nella vostra carne e nella vostra vita. Che vi accorgiate della Sua presenza nella vostra storia e in quella dell'umanità intera. Che comprendiate che dal Suo nascere in poi i valori umani sono capovolti e che il Cristianesimo è lo scompiglio più terribile che sia mai entrato nel pacifismo egoista dell'umanità.
C'è da aver paura la notte di Natale per il tremendo Mistero della nascita di Dio fra gli uomini. Paura però superabile fino ad una gioia intensa, aperta, esultante per l'accoglienza a gran cuore che Gli facciamo perchè sappiamo che Lui è l'Amore, la Verità. E' la salvezza per tutti, assolutamente per tutti, che nasce dentro la perdizione umana. E' nato sulla nostra paglia ed è morto sulla nostra croce, Dio. Allora, fratelli e sorelle, rallegriamoci di gioia purissima perchè abbiamo conosciuto, senza paura d'errore, che Dio è proprio Amore.
Se tu sai essere felice di questa gioia allora «buon Natale» perchè questo è il Natale cristiano, ricchezza infinita d'Amore nato fra gli uomini per crescere ogni giorno sempre di più fino a colmarli tutti di Amore fra loro e d'Amore a Dio. Sì che ogni giorno, per il dolce e meraviglioso Mistero del Regno di Dio che viene, è veramente Natale.
La Redazione
in La Voce dei Poveri: La VdP dicembre 1960, Dicembre 1960
Luigi Sonnenfeld
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