La crisi di Governo

27 giugno
Da poche ore il governo ha dato le dimissioni, per un contrasto sul finanziamento della scuola privata.
L'argomento non riguarderebbe il nostro giornale; vogliamo però dire che abbiamo l'impressione comune che l'ostacolo su cui è caduto il governo sia stato un pretesto. Su quel tema era sempre stato possibile trovare un compromesso. Secondo noi chi ha fatto cadere il governo difendeva ben altri interessi. E ci spieghiamo.
L'approvazione delle leggi agrarie è rimasta a mezzo e le disposizioni a favore dei mezzadri non potranno più entrare in vigore, per questa annata agricola.
Entro giugno il governo avrebbe presentato al parlamento la nuova legge urbanistica, destinata a stroncare quella che Papa Giovanni definì tanto efficacemente « usura fondiaria ».
La programmazione, che permette al governo di indirizzare verso fini conformi all'utilità di tutti le iniziative economiche, ponendo un freno alle distorsioni e alle speculazioni provocate dalla logica del massimo profitto, e deve assicurare la stabilità di occupazione e di reddito, subisce un grave ritardo.
Presentazione della legge urbanistica, approvazione della legge agraria, avvio della programmazione, erano tre cose che dovevano venir fatte in questi giorni, atti che favorivano la collettività colpendo gli interessi di pochi privilegiati. Con la caduta del governo certe speculazioni e certi privilegi hanno guadagnato diversi mesi. Se va bene. Perché se va male, è già pronto l'assalto delle destre alle istituzioni democratiche.


E. V.



in Il Nostro Lavoro: Il NL - Anno 2 - N. 7 Viareggio - Luglio 1964, Luglio 1964

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