un Vescovo operaio

Sono persuaso di avere mantenuto la mia lucidità mentale nei confronti di quanto avveniva in me e di non aver preso decisioni nel flusso della situazione in cui mi sentivo coinvolto; tuttavia man mano che partecipavo più direttamente alla vita operaia, provavo sempre più in tutto il mio essere come una rivolta di fronte all'ingiustizia che pesa su questa categoria sociale e un gran desiderio di agire per liberare i miei fratelli operai dallo sfruttamento di cui erano vittime.
Certo questo sentimento di rivolta e questo desiderio di azione non sono così vivamente sentiti da tutti gli operai. Molti di essi sono dei rassegnati; altri sono semplicemente preoccupati di cavarsela il meglio possibile e realizzare, al massimo, la loro promozione individuale. Ma via via che io prendevo coscienza, nell'intimo, di tutte le ingiustizie sofferte dagli operai, provavo come un bisogno di prendere posizione in loro favore e di agire con loro.
Un giorno, durante una riunione operaia, uno dei partecipanti mi fece questa domanda: « ma perché i preti non s'impegnano con noi? ». La mia risposta fu del tutto spontanea: « Non tentateci ».




Mons. Ancel - Vescovo Ausiliare di Lione (dal suo libro "5 anni di vita operaia" pag. 259 della trad.ne italiana, ed. Vallecchi - Firenze)


in Il Nostro Lavoro: Il NL - Anno 2 - N. 5 Viareggio - Maggio 1964, Maggio 1964

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