Lascialo andare

immagine:  Lascialo andare A volte, a torto o a ragione -- è sempre assai difficile stabilirlo - succede che, a poco per volta, si stabilisca una certa tensione fra dirigente e operaio. Una franca chiarificazione fra le due parti forse risolverebbe ogni cosa, ristabilendo calma e serenità, rapporti cordiali. Ma spesso la cosa è molto difficile. E anzi normalmente le posizioni si irrigidiscono.
Il dirigente si trincera nelle sue attribuzioni autoritarie. E pensa che il solo modo giusto di guardare sia quella dall'alto.
Esigenze di disciplina, mantenimento delle distanze, questioni di principio, problemi di prestigio ecc. tutte mentalità fatte apposta, molte volte, per complicare, non per risolvere problemi di sana e intelligente dirigenza.
D'altra parte l'operaio si accende sempre più delle proprie ragioni. Comincia a vedere prepotenza dovunque. E scopre che tutto è ingiusto, fatto male e che ormai ce l'hanno soltanto con lui.
Stando così le cose, spesso succede che la corda si strappi per un nonnulla o che il bicchiere trabocchi per una goccia.
Nulla di male in fondo. Ci vuole tanto poco, specialmente ai nostri tempi in cui il lavoro per un buon qualificato non manca. Uno riconsegna gli attrezzi di lavoro, si lava per l'ultima volta a quel rubinetto, saluta gli amici - e forse con un groppo alla gola - timbra per l'ultima volta il cartellino. La direzione salda la liquidazione, naturalmente più o meno laboriosa come un parto difficile, e tutto è a posto.
O almeno dovrebbe essere a posto, con buona pace anche del dirigente finalmente sollevato.
Invece no. E qui è il guaio e qui comincia il malloppo assolutamente indigeribile .Perchè terminato il rapporto di lavoro, l'operaio è libero cittadino e ha il diritto di potersi sistemare dove meglio crede.
L'azienda non deve continuare a perseguitarlo, il dirigente non deve continuare ancora a sognarselo la notte come un incubo, quell'operaio.
Ha fatto una domanda a una grande azienda. Vi sono tutte le capacità lavorative richieste. Sono state presentate referenze rispettabili. Opera d'arte andata bene.
Ma le informazioni richieste all'azienda precedente sono disastrose.
Cosa ha raccontato il dirigente che dà tutta l'impressione di aver colto la palla al balzo e di rifarsi la bocca buona approfittando dell'occasione?
Se ha raccontato le sue pene, non ha certamente raccontato che anche lui ha avuto dei torti, dei limiti, delle incapacità. Non si è preso la sua parte di responsabilità - e ce n'è sempre una parte per tutti - in tutta la vertenza successa, e quindi la domanda è stata respinta.
Una domanda è stata respinta, e respinta per certi motivi buttati là come niente, non è poco. E non soltanto per una buona sistemazione perduta, ma per un riflesso di valutazioni che per un uomo non sono di poca importanza.
Sarà giusto che gli industriali si aiutino e si proteggano a vicenda, però è anche importante che non facciano di tutto per scavare sempre più fra loro e il mondo operaio, abissi di separazione, di risentimento, di astio.


in Il Nostro Lavoro: Il NL num unico novembre 1962 - Viareggio, Novembre 1962

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