Genio Civile: escavazione porto

immagine:  Genio Civile: escavazione porto Parliamo di quel gruppo di operai che al mattino parte a bordo della Draga dal fumaiolo col pennacchio di fumo a vaporiera, del rimorchiatore che sbuffa come un fumatore di pipa, della pompetta, delle bette: di quell'armamentario vecchio decrepito per la escavazione del porto.
Partono dall'attracco al «cantaccio» acqua ferma e nera come la pece, sfilano in ordine all'uscita della Darsena Toscana e il rimorchiatore fa una sfumacchiata quando fischia, rauco e sfiatato, perchè la passerella si prepari aperta.
Poi i rimorchiatori trascinano gli altri mezzi di escavazione compresa la solenne Draga Viareggio, qua e là per il porto o all'imboccatura dove le mareggiate fanno una groppa d'asino di sabbia sì che i motovelieri del traffico con la Sardegna non possono né entrare né uscire dal porto.
E' un duro lavoro, esposto all'intemperie, disagevole e di poca soddisfazione .Tant'è vero che tutti a Viareggio i marittimi non hanno che da lamentarsi del porto per quel fondale di sabbia spesso buono soltanto per i patini.
D'altra parte le ore di lavoro sono quelle che sono: fra l'andare e il tornare con quei vecchi e rattoppati stantuffi, si perdono delle ore e di quelle di escavazione effettiva ne rimangono poche.
Nasce il problema delle ore straordinarie di lavoro. In fondo è cosa normale e arrotonda anche il mensile, spesso, nei periodi di tempo cattivo, assai ridotto.
Ma dal luglio dell'anno scorso, 1961, il problema del lavoro straordinario è diventato un problema di ingiustizia di cui è vittima quel gruppetto di operai dell'escavazione.
Dal luglio '61, in diversi periodi di lavoro straordinario, di ore supplementari ne sono state fatte molte. Soltanto 90 ore sono state pagate con un anticipo di 18.000 lire circa.
Poi promesse. Poi rimandi. Poi assicurazioni. Ma il saldo di questo lavoro straordinario non arriva.
Vi sono circa da 200 ore di qualche operaio fino a circa 400 di qualche altro che aspettano da tanto tempo di essere liquidate.
Naturalmente nessuno vuol prendersi la responsabilità di questa mancanza di serietà amministrativa, perché quando il lavoro è stato eseguito, ogni seria azienda deve provvedere al pagamento.
Si è pensato, quando lo straordinario era necessario, a fare pressione sugli operai perchè accettassero di farlo e non sono mancate le minacce più o meno velate da parte dei dirigenti quando qualche operaio faceva difficoltà dato l'accumularsi di ore non pagate
Ora dicono che la questione è presso il Consiglio di Stato e è il Consiglio di Stato che deve decidere.
Il Consiglio di Stato, il Ministero del Tesoro deve decidere se e quando dovrà essere pagato e da chi questo lavoro straordinario che poveri operai hanno compiuto nel porto di Viareggio. In obbedienza ai loro dirigenti, i quali avranno obbedito ai dirigenti superiori della Sezione di Genova OO.MM.
Non è stato un divertimento, è stato lavoro, lavoro serio e vero e particolarmente di sacrificio perchè straordinario, fino a notte, spesso, e con la pioggia e al vento.
E il lavoro deve essere pagato. E' il dovere di ogni datore di lavoro e quindi, pensiamo, anche del Ministero dei Lavori Pubblici. Lo Stato, anzi, e le sue organizzazioni e dipendendenze, certi esempi cattivi non li dovrebbe dare.
Se poi la responsabilità di certi pasticci non è del Ministero, dovrebbero essere presi i dovuti provvedimenti.
Ma il Ministro Sullo non deve essere molto portato a prendere in considerazione umili proteste e rispettose e giuste richieste di poveri lavoratori. Non si degna mai nemmeno rispondere alle lettere inviategli, come se non avesse segretari a sufficienza.
E allora vuol dire che questi operai devono vedere gettate a mare centinaia di ore di lavoro straordinario. Nessuno li paga e le loro famiglie aspettano a vuoto - fino a chissà quando - quel gruzzoletto che - giusto ora che viene l'inverno - avrebbe fatto proprio comodo.





in Il Nostro Lavoro: Il NL num unico novembre 1962 - Viareggio, Novembre 1962

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