La parrocchia di S. Pietro a Vico si presenta

Buonasera a tutti, quello che vorremmo condividere con voi e con il vescovo Paolo questa sera è il racconto del percorso (potremmo dire quasi un'avventura) che la nostra parrocchia e il gruppo degli operatori vivono da qualche anno. L'avventura è iniziata nell'inverno del 2013, quindi sei anni fa, quando il nostro parroco di allora, don Beppe Giordano, si è sentito male e poi in pochissime settimane è morto. In quel tempo convulso e doloroso e nei primi mesi dopo la sua morte abbiamo potuto contare sull'aiuto di don Luigi Sonnenfeld, collaboratore di Beppe nel suo lavoro di cappellano al carcere di San Giorgio e da sempre molto vicino alla nostra comunità. Una presenza quella di don Luigi che da temporanea e informale, con il tempo è divenuta sempre più stabile e ufficiale fino a decidere di comune accordo e con l'approvazione del vescovo Italo che Luigi sarebbe diventato il parroco di San Pietro a Vico, nel 2017.
Ma il nostro parroco, da sempre e ancora oggi, abita a Viareggio, vuole abitare là e noi vogliamo che lo faccia, per rispetto della sua storia e delle sue scelte. Quindi fin da subito abbiamo dovuto reinventare alcune modalità, ridisegnare alcuni aspetti della gestione della parrocchia. E con gestione intendiamo le cose più svariate: decidere chi apre all'idraulico e segue i lavori o chi fa un giro in canonica e in giardino dopo qualche giorno di maltempo per vedere che sia tutto a posto; aprire la chiesa o i locali per un incontro o organizzarci al volo per i funerali. Con una certa naturalezza il gruppo degli operatori parrocchiali già presente si è attivato in questo senso (sempre troppo pochi per fare tutto, ovviamente, come in tutte le parrocchie!). A nostro vantaggio c'era una storia lunga circa 30 anni legata a don Beppe Giordano che aveva dato (per sua convinzione e per suo carattere) un'impronta di autogestione alle attività. Molti laici avevano le chiavi della chiesa, tutti i catechisti quella delle stanze per l'attività con i ragazzi; l'animazione dei bambini e quella liturgica erano
condivise e progettate ma autonome.. insomma, un po' eravamo allenati e alcuni di noi erano anche consapevoli di parecchie cose.
Quindi nel 2013 è iniziata questa gestione condivisa e orizzontale della parrocchia. Si sono avvicinate persone nuove alla vita della comunità, qualcuno si è perso, qualcuno forse non si è sentito accolto o non ha trovato tutto quello che questo tempo nuovo sembrava promettere. Sono gli inevitabili fallimenti del vivere insieme..
Quindi.. che succede a San Pietro a Vico? Ci sono due messe la domenica (abbiamo abolito la prefestiva ma ci pare sia stato abbastanza indolore). L'animazione liturgica intesa in tutte le sue sfaccettature è da sempre una faccenda condivisa tra sacerdote e laici. Il canto e la musica fanno parte della nostra celebrazione, il coro è da sempre un gruppo misto, composto da persone di varie generazioni in percentuali variabili, a seconda degli anni, e da qualche tempo riusciamo ad animare anche la prima messa. Si fa catechismo per i bimbi a partire dalla seconda elementare; la prima Comunione e la Cresima si fanno in prima media (già dai tempi del Giordano, non abbiamo messo mano a questa cosa in questi anni) e poi si cerca (con risultati alterni) di portare avanti i ragazzi finchè si riesce. La preparazione per i battesimi viene curata da due mamme e da una giovane sposa che incontrano le famiglie a casa loro e ci pare che riescano a parlare la lingua dei genitori. Questo ha destabilizzato forse alcune coppie che si aspettavano il prete ma allo stesso tempo ci pare che abbia reso più facile il dialogo con altre situazioni, meno vicine alla chiesa e forse con più pregiudizi. Per i funerali, vista la lontananza di don Luigi, ci sono dei laici che si organizzano tra loro per aprire la chiesa e aiutare il sacerdote che celebra le esequie, che il più delle volte è don Giovanni Romani, parroco di Lammari. Abbiamo creato o rafforzato infatti una rete di collaborazioni con alcuni sacerdoti vicini anche per la celebrazione del sacramento della Riconciliazione che da noi, ormai da più di 20 anni, si celebra in forma comunitaria. L'aspetto di assistenza alle situazioni di difficoltà economica lo affrontiamo volta volta in base ai casi, cercando di personalizzare il poco che possiamo fare, magari creando un minimo di rapporto personale con le famiglie che intercettiamo. La cosa che ci piace sottolineare è che non abbiamo subìto questo cambiamento ma lo abbiamo costruito o ci siamo arrivati con il tempo, insieme a don Luigi.
Come operatori siamo consapevoli di alcune cose chi ci mancano, qualcuno nella comunità forse ne soffre anche un po'. Ma non ci mancano perché il parroco non vive lì, intendiamoci. Ci mancano perché i laici sono pochi (ma di fatto la chiesa si svuota, passo passo..) e la formazione su alcune cose non è ancora del tutto matura, i punti di vista sono tanti, a volte distanti, e la comunità parrocchiale non è una sola. Cambia da messa a messa, cambia nelle fasce di età, cambia in base alle ricerche personali che ognuno fa. Siamo consapevoli che all'interno della parrocchia e del paese (che non coincidono, da tempo immemore!) ci sono movimenti e sensibilità differenti e proviamo a farle parlare tra loro, quando ci riesce, o almeno proviamo a farle vivere in una specie di armonia, in un rapporto di buon vicinato. E con questo intendiamo parlare del gruppo Fratres, dei genitori che hanno ridato vita agli impianti sportivi e poi hanno creato un circolo Anspi, dei genitori
della scuola che fanno le prove dei loro spettacoli nei locali della chiesa e così via.. Tutto quello che viene fatto (che sia visibile o intangibile, fatto benissimo o fatto così così), è fatto con tutta la cura, la responsabilità, la condivisione e l'amore di cui siamo capaci. Preparandoci per scrivere questo testo, qualche sera fa, è come se ci fossimo messi davanti a uno specchio ed è stata un'opportunità preziosa, di cui siamo davvero grati perché è stata al contempo una carezza che rassicura e un pungolo che ci invita a non fermarci, a non sentirci arrivati.


in Lotta come Amore: LcA Ottobre 2019, Ottobre 2019

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