Abolire il carcere. Una ragionevole proposta

per la sicurezza dei cittadini

La citazione di Gustavo Zagrebelsky è stata ricavata dall'ultima di copertina di un libro a più mani (Luigi Manconi, Stefano Anastasia, Valentina Calderoni, Federico Resta) con la postfazione del suddetto studioso. Ed è a questo libro e al suo contenuto militante che voglio dedicare l'ultima parte del giornalino.
Nella seconda di copertina è descritto il motivo che ha portato a questa pubblicazione a più mani e il cui titolo ho ripreso poco sopra, edito nell'aprile 2015 da Chiarelettere editore srl, via Guerrazzi, 9 - Milano:
< (riferendosi al titolo) Non è una provocazione. Nel 1978 il parlamento italiano votò la legge per l'abolizione dei manicomi dopo anni di denunce della loro disumanità. Ora dobbiamo abolire le carceri, che, come dimostra questo libro, servono solo a riprodurre crimini e criminali e tradiscono i principi fondamentali della nostra Costituzione.
Tutti i paesi europei più avanzati stanno drasticamente riducendo l'area del carcere (solo il 24% dei condannati va in carcere in Francia e in Inghilterra, in Italia l'82%). Nel nostro paese chi ruba in un supermercato si trova detenuto accanto a chi ha commesso crimini efferati. Il carcere è per tutti, in teoria. Ma non serve a nessuno, in pratica. I numeri parlano chiaro: la percentuale di recidiva è altissima.
E dunque? La verità è che la stragrande maggioranza dei cittadini italiani non ha idea di che cosa sia una prigione. Per questo la invoca, ma per gli altri.
La detenzione in strutture in genere fatiscenti e sovraffollate deve essere quindi abolita e sostituita da misure alternative più adeguate, efficaci ed economiche, capaci di soddisfare tanto la domanda di giustizia dei cittadini nei confronti degli autori di reati più gravi (solo una piccola quota dei detenuti) quanto il diritto del condannato al pieno reinserimento sociale al termine della pena, oggi sistematicamente disatteso.
Il libro indica Dieci proposte, già oggi attuabili, per provare a diventare un paese civile e lasciarci alle spalle decenni di illegalità, violenze e morti.>


in Lotta come Amore: LcA Dicembre 2016, Dicembre 2016

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