Fantasmi senza volto e senza diritti

Le comunità ideologiche. Alcune note psicopatologiche e psicoanalitiche di Paolo Curci e C. Secchi

Riassunto: a partire dalle vicende della comunità fiorentina di "Il Forteto" si propongono alcune
ipotesi di lettura circa le potenziali derive a cui può andare incontro un tipo di comunità in senso
lato terapeutica (in quanto formalmente impegna con soggetti portatori di bisogni psico-sociali),
qualora venga ad assumere un andamento autoreferenziale e totalizzante. Oltre a essere preso in
esame il processo interiorizzazione del regime totalizzante nella mente degli adepti, ne sono
illustrate possibili conseguenze specificamente psichiatriche. Uno dei fondamenti concettuali di
queste riflessioni è costituito dall'idea dominante sia nel versante delle psicopatologie sia in una
peculiare accezione psicoanalitica suggerita da Britton e Steiner (1994).
Premessa: Le pagine che qui presentiamo sono parte di un più ampio lavoro, di prossima pubblicazione in
forma di libro, nel quale saranno coinvolti, oltre allo psicoanalista ed allo psichiatra, anche uno storico ed un
giurista, dedicato alla questione della comunità a vocazione soteriologica: la "comunità che salva", la comunità
come unico viatico, mezzo e condizione di salvezza, e che assume, pertanto, la fisionomia della comunità chiusa
al mondo esterno. Una comunità, dunque, tutta concentrata sul consolidamento delle dinamiche interne di
riconoscimento e conferma dell'unità e della coesione tra i membri, tutta volta alla messa in opera di meccanismi
destinati a consentire la rifusione (se non l'integrale risoluzione) dell'identità dei suoi membri nell'identità
collettiva del gruppo che tale comunità costituisce. L'occasione di tale scritto è stato rincontro - sia nella forma di
un contatto diretto con alcuni dei protagonisti, sia in quella dello spoglio di parte della letteratura ormai
abbondante accumulatasi nel corso del tempo - con le vicende della comunità detta II Forteto. Si tratta di
una comunità, costituitasi nel Mugello a partire dalla metà degli anni 70 e formata da giovani
cattolici in rotta con le rispettive famiglie d'origine, vagamente ispirati da taluni motivi desunti
dall'esperienza di Barbiana e dal cattolicesimo detto del dissenso tipico di quegli anni, variamente
suggestionati dai temi della contestazione culturale e delle lotte politiche dell'epoca, nonché spinti da un diffuso e indefinito disagio sperimentato tanto a livello individuale quanto all'interno della
rete di relazioni amicali originarie. Il gruppo primitivo, composto da una trentina di aderenti, si
raccoglie intorno ad un personaggio, più anziano di tutti gli altri, designato con l'epiteto de "il
Profeta", autorità in ultima istanza e capo carismatico della comunità. La comunità si struttura
secondo una rigorosa divisione in base al genere, con la conseguente abolizione di qualunque
legame coniugale o erotico stabile, e la valorizzazione esclusiva delle relazioni omoerotiche,
nonché, secondo una altrettanto rigorosa divisione dei compiti e del lavoro, a cui tutti i membri sono
tenuti. Lo statuto societario della comunità sarà infatti quello di cooperativa agricola, inizialmente
autosuffìciente, il cui fatturato cresce in rapida progressione, al punto da diventare una realtà
produttiva significativa nella regione, così come si incrementerà il numero degli aderenti alla
comunità. Ben presto inizia tuttavia, per il fondatore ed il suo principale collaboratore, tutta una
serie di vicissitudini giudiziarie incentrate sull'accusa di abusi sessuali, violenze e corruzione di
minore, che si concluderanno con una prima condanna nel 1985. Dalla fine degli anni 70 era infatti
iniziata, da parte del tribunale dei minori e di varie altre istituzioni socio-assistenziali della regione,
la pratica dell'affido al Forteto di minori in difficoltà, sovente con pesanti storie di abusi e
maltrattamenti alle spalle, conferendo in tal modo alla comunità anche lo statuto di struttura
terapeutico-educativa. A partire di qui inizia anche una cospicua attività di promozione (e
autopromozione) culturale della comunità, che diventa per molte forze politiche, locali e nazionali,
un interlocutore ed un riferimento significativo nell'ambito delle pratiche assistenziali e rieducative:
addirittura un vero e proprio modello di autogestione produttiva efficiente e di "comunione dei
beni" che attira intellettuali, studiosi, politici. Nel dicembre 2011 il fondatore viene però
nuovamente arrestato con l'accusa di violenze e abusi sessuali ai danni di ospiti minori della
comunità. Contemporaneamente nasce un comitato di "Vittime del Forteto", mentre la regione
Toscana istituisce una commissione d'inchiesta ed infine, nel 2013, iniziano le udienze del processo nei confronti del "Profeta" e di un'altra ventina di membri del Forteto con l'accusa di violenze su
minori e maltrattamenti. Al di là delle responsabilità e del rilievo penale delle accuse, e
indipendentemente dagli eventuali profili psicopatologici dei protagonisti della vicenda, il cui
approfondimento è tuttora in corso, quel che ci ha particolarmente colpito ed interessato è il
problema della struttura comunitaria, delle sue modalità di funzionamento (con, al centro, la pratica
detta dei chiarimenti, un regime di discorso assimilabile ad una "confessione pubblica") e del suo
universo di "valori" (morali e simbolici) che presentano più di una analogia e di una somiglianza
con tutti quei fenomeni comunitari i cui membri sono sottoposti ad un regime di controllo,
manipolazione ed assimilazione alla regula fidei del gruppo di appartenenza, che ci pare meriti di
essere indagato, o almeno interrogato.
Vorremmo allora provare ad avanzare qualche ipotesi interpretativa circa le potenziali derive e
deviazioni a cui certe comunità a volte vanno incontro, suscitando presso l'osservatore esterno
incredulità, stupore e sconcerto di fronte a eventi che sembrano aspramente confliggere con le
usuali categorie etiche, o addirittura con il buon senso correntemente inteso.
Al punto da imporre l'allarmante interrogativo: "Ma come è potuto succedere?".

in Lotta come Amore: LcA dicembre 2014, Dicembre 2014

menù del sito


Home | Chi siamo |

ARCHIVIO

Don Sirio Politi

Don Beppe Socci

Contatto

Luigi Sonnenfeld
e-mail
tel: 058446455

Link consigliati | Ricerca globale |

INFO: Luigi Sonnenfeld - tel. 0584-46455 -