La condizione umana

Ci sono momenti in cui avverto una particolare difficoltà ad esprimere ciò che si agita nel profondo
dell' anima: come se tutto si mescolasse in un turbinio indistinto di pensieri, sentimenti, sensazioni,
impressioni che la vita, nel suo insieme, comunica ma non in maniera definitiva. Forse è un
momento legato alla situazione personale, all'età che avanza, al clima sociale molto fluttuante e
quasi inafferrabile, ad avvenimenti e storie di persone che mi hanno colpito profondamente... Forse
è soltanto un'impressione molto superficiale e di poco conto. Chissà: certo è che avverto la
complessità dei mille fili che si intrecciano nel cammino della vita, la necessità di rimanere ancorato
ad un punto di riferimento sulla linea dell'orizzonte, il dovere essere attento ad ogni storia, anche
molto piccola ed in apparenza "di poco conto" che incrocio sulla mia strada. Ed è altrettanto certo
che la mia attenzione di questo tempo è fortemente attratta da quella che non riesco a definire in
modo diverso se non come "la condizione umana".
Non voglio davvero riecheggiare un celebre titolo di un glorioso romanzo francese, ma non riesco a
trovare un' espressione più efficace per tentare di comunicare questa impressione forte, intensa, che
si allarga dentro di me e mi coinvolge sia dal punto di vista puramente "umano" sia nei suoi risvolti
di carattere "religioso": perché è dentro questa "condizione umana" che avverto così misteriosa, così
carica di contraddizioni, così provocatoria e nello stesso tempo affascinante, che mi sento spinto a
cercare quello che la Bibbia descrive con parole molto speciali come "il volto di Dio": "Il tuo volto,
Signore, io cerco - non nascondermi il tuo volto!".
Mi sostiene in questo percorso il cammino di Gesù a cui cerco di rivolgere sempre il mio cuore e
nella cui storia mi sembra di scoprire sempre più l'infinita tenerezza di Dio che è entrato in modo
inequivocabile nella "condizione umana" e si è fatto nostro prossimo, amico, compagno di strada.
Questo abitare di Dio con noi, nella misteriosa ed affascinante storia di Gesù, è il segreto sostegno
alla quotidiana fatica di accettare l'intricatissimo intreccio dell' esistenza, nel cui misterioso seno la
presenza amorosa di Dio è come velata, nascosta, quasi "assente".
Mi ferisce in modo insopportabile la storia di uomini e donne lacerati dal dolore, dalla violenza,
dalla sopraffazione atroce e spietata di altri uomini e donne che per interesse di potere economico,
di affermazione personale, di dominio ad ogni costo, trasformano l'esistenza in una realtà terribile e
tragica. Rimango sempre intimamente sconvolto quando sul mio cammino quotidiano incontro
qualcuno che nella sua persona porta i segni di un abbandono, di una solitudine, di un'angoscia, di
un vuoto che è impossibile colmare. Ugualmente, la sequenza molto rapida dei volti e dei luoghi
travolti dalla tragedia della guerra e dell' odio che passano sullo schermo televisivo penetrano nella
profondità dell'anima e lacerano lo spirito: nascono delle domande a cui è molto difficile dare
risposte troppo scontate.
C'è qualcosa di realmente sconvolgente nella nostra condizione umana, qualcosa che inquieta e
chiede di essere accolta con un amore ed una attenzione del cuore di cui forse non conosciamo né
l'intensità né la misura. La storia di Gesù Cristo, entrato nella nostra esistenza assumendo la
condizione di servo povero e obbediente alla misteriosa legge della vita, mi sostiene in questa
ricerca di condivisione umile e attenta a tutto ciò che brilla sul volto di coloro che incrocio sul
piccolo sentiero della mia vita: il sorriso e le lacrime, il dolore e la gioia, la durezza della malvagità
e la dolce forza della bontà, la luce di un cuore pacificato e le tenebre di un cuore violento.
A volte, la vita mi appare come una macina che stritola e frantuma ogni cosa: anche Dio lo avverto
come debole e prigioniero di questo misterioso ingranaggio dove solo la morte sembra essere
l'unica risposta al travaglio umano. Ci sono pezzi di terra continuamente bagnati dal sangue di
esseri umani schiacciati da chi fa dell'uccidere una tremenda "ragione di vita". Ci sono storie di
persone dominate fin dalla nascita dalla solitudine, dall'abbandono, dalla miseria più dura, dal non
contare assolutamente nulla. Ci sono volti di creature umane resi irriconoscibili dalla violenza e
dalla crudeltà.
Apro il Vangelo e cerco di ripercorrere in silenzioso ascolto una storia affascinante e carica di
mistero, la storia di un uomo cresciuto come tutti dentro questa condizione umana della quale niente
ha rifiutato, ma tutto ha raccolto con un amore stupendo ed unico e tutto ha abbracciato rispondendo
di persona alle infinite provocazioni che la vita gli poneva di fronte.
Nella condizione umana di Gesù mi sembra di poter raccogliere quella piccola luce necessaria a
camminare sullo stretto sentiero della vita in compagnia di tutti coloro che quotidianamente
formano la mia carovana. La pista, a volte, si apre in distese ampie di luce e di serena visione; a
volte, invece, si fa dura e difficile da percorrere e lo spazio si indurisce in solitudini di deserto e di
aride pietre. Dal cuore sento salire l'invito a continuare il cammino con molta umiltà, scandendo il
passo insieme a tutti gli uomini e donne costretti a marciare sulla pista di questa esistenza che porta
nel suo grembo la presenza di un mistero davvero immenso e straordinario, la cui esperienza
principale sembra essere proprio quella dei "dolori del parto". Come nel cuore della notte più
profonda il sole del nuovo giorno cresce e si espande in silenzio.

don Beppe


in Lotta come Amore: LcA ottobre 2011, Ottobre 2011

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