Autosospensione "a divinis"

Domenica, IV dopo Pasqua, anniversario della Liberazione, ho annunciato, con dolore, la mia autosospensione "a divinis", nel rispetto di tutte le altre scelte. Prete cattolico da quarant'anni, come credente in Gesù, Principe della Pace, ho sentito il dovere morale di non contribuire alla perversa logica della guerra, né con la mia persona, né con le mie parole, né con il grande solenne gesto "dello spezzare il pane eucaristico" con cristiani che giustificano in vari modi l'attuale e terrificante guerra nei Balcani. Bombardamenti da oltre trenta giorni, embargo ed ora blocco navale?
Sono stato colpito profondamente in questi giorni, nella recita dell'ufficio divino, dalla lettura del capitolo VI, 1-17 dell' Apocalisse di S. Giovanni...: "ed ecco, mi apparve un cavallo verdastro, colui che lo cavalcava si chiamava Morte e gli veniva dietro l'Inferno. Fu dato loro potere sopra la quarta parte della Terra per sterminare con la spada, con la fame, con la peste e con le fiere della Terra... " Il Papa Wojtyla nel 1991 diceva: "la guerra è da proscrivere sempre". Benedetto XV, il papa genovese, parlò della I Guerra Mondiale come di una "inutile strage". Pio XII alla vigilia della II Guerra Mondiale gridò al mondo: "tutto è perduto con la guerra, tutto è guadagnato con la Pace". Nel IV secolo, il vescovo Ambrogio di Milano non ammise alla S. Messa l'imperatore cristiano Teodosio, reo della strage di Tessalonica (l'attuale Salonicco!).
Con la stessa intensità sono indignato e sconcertato dalle atrocità dei genocidi e di tutte le pulizie etniche del mondo e, al presente, per la tragica situazione del martoriato Kosovo da parte del nazionalismo serbo e per i vicini curdi, grazie al governo militare integrali sta turco, membro della Nato.
Mi chiedo, come cristiano e come presbitero, perché la Cei, oltre le tante iniziative sociali da essa finanziate, non trova "hic et nunc" una "proposta" forte che indichi con concretezza, soprattutto ai giovani, cosa possono fare i cristiani per risolvere i conflitti internazionali?
Esistono sempre altre vie: quelle della diplomazia e dei negoziati non sono mai esaurite.
Perché non finanziare subito con l' 8 per mille gli obiettori (vedi Legge 230-98 art. 8) che con esperti, sotto l'egida dell'ONU, con una Nato finalmente europea, dia vita ad una organizzazione per gestire e sciogliere gli scontri senz'armi? Sono stati troppi gli errori e i ritardi. E' un salto di qualità per il nuovo Giubileo cristiano.
Spero con tutto il cuore di essere compreso dalla sensibilità e dalla fraternità del mio vescovo Dionigi, per questo mio piccolo "segno" ai credenti e non credenti. Termino abbracciando affettuosamente tutti gli "operatori di pace", civili e militari presenti sul territorio della ex Jugoslavia, per accogliere i Kosovari cacciati, deportati, affamati e per capire insieme con loro, con serbi democratici, l'assurdità dei nazionalismi e degli odii etnici antichi e nuovi. Continuerò a pregare con tutte le donne e gli uomini di buona volontà, attendendo una speranza per ora naufragata. L'appuntamento è sempre alle ore 12 della Domenica nella chiesa di via S. Benedetto in Genova.


don Andrea Gallo


in Lotta come Amore: LcA agosto 1999, Agosto 1999

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