Il debito della morte

Nascere indebitati, vivere indebitati, morire indebitati è il destino di tutti i poveri del terzo mondo, il destino fatale della nostra America Latina. Questo indebitamento equivale ad essere privati della vita. Il debito è la morte interna. In America Latina il debito si duplica ogni dieci anni; ad oggi raggiunge la cifra di 700.000 milioni di dollari.
Ci stiamo abituando a questa guerra totale che è la più distruttiva e mortifera tra le guerre della storia umana, la massima espressione della dominazione internazionale; è l'olocausto di interi continenti, di tutto il terzo mondo, non solo del nostro popolo. Guerra, dominazione, crimine, mentre dal sistema tutto ciò viene cinicamente giustificato dal diritto internazionale: "In quanto si tratta di un debito, e il debito - dicono - è un dovere e un diritto; i debiti si pagano."
Contestare il debito esterno - pretendono di insegnarci - rappresenta una ingenuità politica, fuga dalla storia, irresponsabilità economica. Così continuiamo a pagare, non il debito ma appena gli interessi relativi, il lucro di una grande usura. Noi poveri siamo gli esportatori di capitali per il mondo occidentale ricco.
I nostri politici, le convenzioni internazionali, la cultura della sconfitta a cui ci hanno abituati, fanno del debito estero la vera Carta Costituzionale dei nostri popoli umiliati. A causa del debito estero non possiamo attuare una riforma agraria, non siamo in grado di preparare programmi di salute, di educazione, di lavoro di comunicazione, di previdenza sociale, di vivere la nostra vita. Rappresentiamo il "patio" del FMI, del BM..
Tuttavia, nel nostro continente, in tutto il terzo mondo, nei settori solidali del mondo occidentale, nei movimenti popolari e nella parte impegnata della chiesa, con piena responsabilità, con impegno etico, e per la più elementare esigenza evangelica, dichiariamo congiuntamente che il debito estero è immorale: non si può pagare, non si deve pagare.
Di più, il nostro senso comune ed una statistica onesta ci confermano che abbiamo già pagato questo debito. Sappiano quindi che il debito non è stato contratto dai nostri popoli ma dalle nostre dittature, dalle nostre oligarchie, dai nostri politici corrotti.
Se qualche tipo di solidarietà può ancora salvare il nostro continente (e tutto il terzo mondo) dal collasso economico e sociale a cui siamo condannati dai meccanismi del sistema economico globale, quella sarà costituita dalla volontà integrale e in ultima istanza sarà la dignità umana dei popoli latinoamericani che imporrà di non pagare il debito estere
Sarà sempre più ingenuo, più cinico, più suicida, pagare per sentirei morire, per vedere la nostra gente annichilita dalle fame, dalle malattie, dalla violenza della disperazione, dalla emarginazione totale.
La memoria del Patriarca Proano e il suo amore per i poveri della terra e questa vigilia del giubileo cristiano che stiamo celebrando ci chiamano ad una crescente, improrogabile attività di solidarietà contro la richiesta di pagare sia il debito estero che i debiti sociali interni nei confronti dei quali i nostri popoli risultano creditori.
Contro il debito estero opponiamo la dignità continentale interna.
Contro il culto del dio della morte la fedeltà al Dio della vita, e ai suoi figli e figlie, tutti noi, fratelli e sorelle.
Pedro Casaldaliga
Riobamba, 30 agosto 1998




in Lotta come Amore: LcA febbraio 1999, Febbraio 1999

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