Le sedie di Beppe

"I Mosè non entrano mai nella Terra Promessa": questo sembra essere il commento alla scomparsa di Beppe Socci, prete operaio e operaio prete della darsena di Viareggio.
Woytila vola fra le palme di Cuba all'ombra del "hombre" (somos dos hombres) ed uno degli interpreti più fedeli al messaggio libertario del cattolicesimo ispanoamericano lascia la sua officina, nel senso di "taller", laboratorio per ogni tipo di artigianato, a cinquantanove anni. Il funerale di quattromila persone celebrato al Palazzetto dello Sport rimane un invito a continuare la partita con la verità, la pace, la rivoluzione degli oppressi.
Il suo impegno prevalente, oltre che per l'assistenza ai portatori di handicap del "Capannone", era rivolto a tutte le strategie di pace per una rivoluzione non violenta ma profonda, radicale, da "metanoia" in senso evangelico, cioè penitenza come cambiamento di vita. Numerosissimi i contatti in Italia ed all'estero tramite la misteriosa "Internazionale degli uomini di buona volontà". Originario di San Casciano, da genitori contadini, conservava il sorriso mordace della patria del Principe di Machiavelli ed anche dall'altare non risparmiava nessun potente con la carezza dell' ironia.
Numerosi i lavori svolti: bracciante agricolo, operaio nei cantieri navali, pescatore. Per ultimo si era infilato nella paglia non della mangiatoia ma delle sedie che impagliava con abilità artigianale e pazienza certosina.
Esse rimangono come il suo Rosario di ricucitore di rapporti umani.
Cristiano Mazzanti
"Il grande vetro" - Pontedera - marzo '98


in Lotta come Amore: LcA ottobre 1998, Ottobre 1998

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