Il confronto è spento nella Chiesa?

Anche questo secondo numero di Lotta come Amore del 2009 l'ho voluto dedicare al tema del fine vita e del testamento biologico. Vorrei che leggeste e rileggeste quello che ha scritto don Angelo Casati, prete della diocesi di Milano, uomo profondo e sereno, riguardo alla vicenda di Eluana proprio nelle ore cruciali dell'epilogo della sua vita. Vorrei che misuraste quello che vi portate nel cuore con i sentimenti espressi da don Angelo: "Bisogno incontenibile di silenzio e paradossalmente bisogno di parole che abbiano il sapore buono del pane, da spartire con gli amici".
Parole che possano essere condivise, scambiate, confrontate... chiavi per aprire porte e finestre e sentirci meno soli. Mi pare che anche l'articolato contributo di "Noi siamo Chiesa" vada in questa direzione e per questo l'ho inserito (accorciandone solo le note per esigenza di spazio).
E certamente il Convegno della Cittadella ad Assisi, è "luogo" di riflessione e di incontro.
E' dimensione - quella del confronto, della riflessione, della ricerca - che sembra sempre più indebolirsi (se non spegnersi... ) nella vita della Chiesa oggi. Dai grandi temi che interessano la vita di tanta gente, alle relazioni "interne" nella Chiesa.
La rimozione di don Alessandro Santoro, parroco fiorentino delle Piagge, rottamatore prima di persone ma anche di metalli perché nulla vada perduto, è stato avvenimento dolorosissimo.
Arrivato nel quartiere popolare della periferia di Firenze, don Alessandro con alcuni abitanti, aveva dato vita ad una vivacissima realtà ecclesiale di base che a poco a poco, grazie all'aiuto di tanti, ha contribuito ad animare un quartiere spesso caratterizzato da situazioni di degrado e marginalità.
"E' stato rimosso dal suo incarico di parroco dal vescovo di Firenze, mons. Giuseppe Betori (in diocesi da circa un anno) per aver sposato in chiesa, il 25 ottobre scorso Sandra Alvino e Fortunato Talotta.
Un matrimonio "fuori dai canoni" ecclesiastici, a giudizio della Curia di Firenze. Sandra, 64 anni, è infatti nata uomo, anche se già dal 1974, dopo un'operazione per cambiare sesso realizzata a Londra, era diventata a tutti gli effetti una donna; tanto che lo Stato italiano le aveva permesso, nel 1982, di sposare con rito civile l'uomo che amava già da diversi anni. Sandra, cattolica praticante, aveva però sempre desiderato coronare la sua storia d'amore ormai trentennale davanti all'altare, con il rito religioso. Così, dopo un cammino all'interno della comunità delle Piagge, già lo scorso anno don Santoro si era detto disposto a sposare in chiesa lei e Fortunato. Poi però, il 15 gennaio 2008, poco prima che le nozze fossero celebrate, arrivò il diktat del card. Antonelli (allora vescovo di Firenze), che obbligò don Alessandro a fare, seppure a malincuore, un passo indietro (v. Adista 11/08).
Ma alla fine l'obbedienza alla gerarchia nulla ha potuto di fronte alla necessità di obbedire al precetto di amore del Vangelo. Da questa obbedienza don Santoro, come egli stesso ha spiegato durante l'omelia pronunciata il 25 ottobre di fronte agli sposi e a tutta la comunità, non ha potuto esimersi. Così, puntuale, la sera stessa del 25, è arrivato il comunicato della Curia di Firenze nella quale la celebrazione avvenuta alle Piagge viene bollata come <la simulazione di un sacramento>, <un atto privo di ogni valore ed efficacia, in quanto mancante degli elementi costitutivi del matrimonio religioso che si voleva celebrare>. Una scelta, quella di don Santoro che, secondo la Curia, <assume particolare gravità in quanto genera inganno nei riguardi delle due persone coinvolte, che hanno potuto ritenere di aver celebrato un sacramento laddove ciò era impossibile, nonché sconcerto e confusione nella comunità cristiana e nell'opinione pubblica, indotta a pensare che per la Chiesa siano mutate le condizioni essenziali per contrarre matrimonio canonico>. Per questo, conclude seccamente il comunicato, all'arcivescovo non resta < che riconoscere con dolore e preoccupazione questo dato di fatto>, sollevando don Alessandro Santoro <dalla cura pastorale della comunità delle Piagge> e chiedendogli <di vivere un periodo di riflessione e di preghiera>.
(Valerio Gigante in Adista 111/09).
Che dire?
Leggo e faccio mie le parole seguenti:
"La fede cristiana non si intende più da sé. E' come se dovessimo riscoprire e esplorare i paesaggi remoti di una fede ormai obsoleta, estranea alla mentalità vigente. Forse è giunta l'ora nella quale il cristianesimo, non lasciandosi più imporre come comandamento morale o dogma, potrebbe essere proposto come motivo, come invito, come possibilità e configurazione di stile.
In fondo, la realtà della fede non si è mai limitata a codificare l'ortodossia e il comportamento morale, ma ha sempre fatto leva sulla fantasia intima e artistica dell'uomo, ha inciso sulla sua esistenza, ha arricchito il patrimonio delle sue immagini e del suo pensiero e si è tramandata per via di gesti, forme di vita, modi di pregare, celebrare, pensare, sentire, parlare, valutare, guardare, cioè di dare una incastonatura alla fluidità della vita" (padre Elmar Salmann osb).


Luigi


in Lotta come Amore: LcA dicembre 2009, Dicembre 2009

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