Semi di resistenza

IL BUCO NELLA GRONDAIA
Storia dell'amicizia tra chi vive dentro un carcere e chi porta un carcere dentro di sé.
ed. MILLELIRE Stampa Alternativa.
Questa è la storia di una amicizia iniziata nel 1992 fra un gruppo di detenuti e di volontari del carcere di Pistoia e Casa Loic, una scuola laboratorio artigianale per adolescenti portatori di handicap che si trova a Capena, a 30 km da Roma.
E' sembrato utile ripercorrere questo particolare gemellaggio, questo incontro che assomiglia a una "piccolissima piantina appena uscita dal seme, fragile e bisognosa di tanta cura", come ha scritto recentemente un'operatrice di Casa Loic.
E' un fatto reale che da oltre tre anni si sia creato un legame profondo fra queste due differenti esperienze e che vi siano numerosi scambi concreti, positivi e che, utilizzando ancora la lettera sopra citata: "tanti buoni pensieri hanno attraversato le grosse mura e i cancelli del carcere e hanno riscaldato i cuori".
Dal gennaio di quest'anno, 1995, gli amici di Pistoia, detenuti e non, hanno deciso di versare un contributo mensile di 400.000 lire sul ''fondo di solidarietà" di Casa Loic.
Si sta organizzando il tanto desiderato incontro, all'interno del carcere tra ragazze e ragazzi e operatori di Casa Loic e detenuti, volontari di Pistoia.
E' difficile dire quali saranno i prossimi sviluppi che dipendono da noi ma anche, crediamo, da
altri nuovi amici che dopo la lettura di questo libretto vorranno scriverci e conoscerci:
Una cosa è certa: la storia continua e anche tu che ci hai letto potrai parteciparvi.
Casa Loic
00060 Capena- Località Capotosto
te. 06/90.32.850
Associazione Pantagruel c.p. 360 • 51100 Pistoia tel. 055/85.47.980

LA GRAZIA DI ESSERE MARTIRE
Diario e scritti di Renzo Tognetti a cura di don Florio Giannini ed. "Il Dialogo" 1994
Quando il 14 settembre 1937, festa di Santa Croce, il diciassettenne Renzo Tognetti, nuovo professo della Pia Società Salesiana, scriveva nel suo diario "Ho chiesto la grazia di essere martire", non poteva prevedere che sarebbe stato preso in parola.
Dopo 1'8 settembre del '43, Renzo tornò a casa; i Collegi erano chiusi. Gli avvenimenti in calzavano: alla scadenza dei suoi voti temporanei, uscì spontaneamente dalla Congregazione ed entrò in Seminario a Pisa. Ma capì anche qual' era la via da seguire come cittadino e si mise al lavoro per quella lotta cui dava tutto se stesso.
Fino a quando Pietrasanta e le altre zone non furono costrette a sfollare, Renzo rimase nell'ombra. Ma, ordinato lo sfollamento dal Comando Germanico, pur agendo sempre con grande cautela, rivelò qual'era veramente il suo compito.
Conoscendo la lingua tedesca, riuscì ad ottenere dal Comando di zona un permesso per poter provvedere il grano alla popolazione affamata. Caduto sott'occhio alla Gendarmeria tedesca, viene arrestato e poi rilasciato. Egli non ha mai detto cosa volessero da lui i Germanici; si limitava solo a dire: "Finita la guerra, se va bene, vi racconterò tutto". La guerra è finita, ma lui non ha potuto raccontare niente. Il12 agosto 1944 nel rastrellamento di Valdicastello, fu preso e condotto a Nozzano, dove, sotto stringenti interrogatori, non ha mai confessato niente, anzi era d'aiuto e di incoraggiamento per quanti erano con lui e che di lui hanno potuto raccontare, essendo sfuggiti alla morte.
Da Nozzano fu condotto nel carcere di Lucca, poi in quello di Massa dove la mattina dell'14 settembre, per ordine del Comando di quella zona, fu fucilato.
Lo scritto "Uomini tra le macerie" rivela nel giovane scrittore sicure doti di pensiero e di stile, di "poesia" come egli stesso annota nei suoi diari: quella "poesia" che i suoi superiori religiosi condannano come una sospetta evasione alla Regola, mentre è un dono che Renzo ha saputo piegare a servizio della sua scelta vocazionale e della sua passione di insegnante.
(dall 'introduzione).



in Lotta come Amore: LcA novembre 1995, Novembre 1995

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