Siamo in folle

Siamo in folle e cioè in balia di ogni movimento, di ogni spinta come di ogni freno, inclini a prendere velocità ogni volta che la strada punta verso il basso; a rallentare fino a rimanere un attimo immobili quando la strada della vita si impenna, sotto la sferza delle difficoltà e dei problemi, per ripiombare giù a velocità sempre più sostenuta dall'aggravarsi e l'appesantirsi delle situazioni.
Si può ironizzare quanto si vuole su questo titolo e magari lanciarci in più o meno eleganti giochi di parole centrati sul termine follie, ma non si può negare che il riferimento al cambio delle automobili e alla sostanziale precari età di tale posizione, richiama fortemente la attuale condizione di vita.
Che fare, allora? Tentare di saltar fuori per ritrovare un contatto anche traumatico con una realtà tutta diversa? Agire sui freni in uno sforzo titanico di fermare il mondo? Chiudere gli occhi e incrociare le dita puntando tutto sulla buona sorte?
Può darsi che abbiamo sperimentato questi atteggiamenti e chissà quanti altri con risultati a volte confortanti, spesso deludenti. Se poi le conseguenze sono state disastrose ne portiamo ancora le cicatrici o, più probabilmente, soffriamo di ferite ancora aperte.
Eppure, se vogliamo cambiare, dobbiamo proprio partire dalla consapevolezza di questa nostra condizione. Dal fatto di essere in folle.
Cambiare non è davvero facile!
Cambiare, e cioè abbandonare situazioni di totale passività, assumere decisioni e responsabilità anche solo verso se stessi, sperimentare relazioni attive con gli altri e con le cose, accettare verifiche che non siano bagni di morte e risurrezione, ma, più semplicemente un bilancio di errori e di risultati positivi, entrare - insomma - in un rapporto creativo con la vita.
Di fronte alla complessità del nostro vivere quotidiano non si può continuare a rivestire i panni dell'infantile onnipotenza. Occorre misurarsi con la propria vulnerabilità e non fare un dramma ogni volta che la vita stessa ci ferisce. Anche se doloroso, molte volte non c'é altro modo che renda possibile un mutamento di rotta, un ripensamento, liberando il coraggio di attingere alle proprie energie e alla propria voglia di vivere. Tesori questi a volte intatti, ma che noi dimentichiamo sepolti, presi da una paura senza volto e senza nome. Come l'uomo della parabola dei talenti che non ha trovato di meglio che seppellire ciò che gli era stato dato per vivere. Fare del cambiamento non un dramma che riassume l'insieme di gesti e di atti di interi spezzoni dell'esistenza, ma la spinta quotidiana che si esprime in ciascuno di quegli stessi momenti della vita. Cercare la vita dove essa si rigenera e si rinnova e rianimarla nei corpi imbalsamati dalle paure della diversità.
Occorre trasmettere fiducia nel cambiamento rielaborando le esperienze negative di tanti tentativi e cercando di inventare letteralmente più strumenti di intervento in situazioni difficili quali ad esempio la disincarnazione dei giovani dalla storia, la relazione con persone in difficoltà.
E per far questo dobbiamo sperimentare nuovi percorsi nella consapevolezza di una solitudine necessaria alla ricerca di modalità personali per immergersi nel grande fiume del cambiamento ed insieme della possibilità di uno scambio intenso e profondo con chiunque manifesti interesse alla maturazione di questa dimensione soggettiva.
Dal punto in cui si è, accorgersi di essere in un processo da rinnovare continuamente. Specchiarsi; e invece di fermarsi a rimirare la propria immagine o cadere in preda al più nero sconforto, sognare una nuova immagine di sé.
Far emergere e rendere consapevole il disagio mascherato dal conformismo, ma non permettere che esso distrugga ogni novità.
Cercare punti fermi, tagliando i ponti con le lamentose constatazioni del venir meno delle sicurezze.
Scoprire le vere esigenze, senza riprodurre acriticamente ciò che si è visto fare.
Dar valore ai rapporti interpersonali invece di sbocconcellare quel che di buono si può trovare negli altri.
Accogliere la vita come mistero che ci avvolge e ci comprende invece di piangere sulla nostra incapacità di comprendere la vita.
Se sappiamo da dove veniamo e ne siamo consapevoli, siamo già in folle. Il coraggio di cambiare ci dirà dove stiamo andando.

Ringraziamo tutti gli amici, che in vario modo e misura, ma con uguale cordiale partecipazione hanno voluto sostenere le spese di questo nostro modesto foglio.



La Redazione


in Lotta come Amore: LcA marzo 1995, Marzo 1995

menù del sito


Home | Chi siamo |

ARCHIVIO

Don Sirio Politi

Don Beppe Socci

Contatto

Luigi Sonnenfeld
e-mail
tel: 058446455

Link consigliati | Ricerca globale |

INFO: Luigi Sonnenfeld - tel. 0584-46455 -