Una voce nel deserto

Molto tempo fa ricevemmo un libriccino dal titolo "Una voce nel deserto", sottotitolato "Le vostre figlie profeteranno". Scritto da "sorella B.T. anacoreta che vive in un eremo di questo mondo". Una profezia che riproponiamo (dopo averla raccolta nella preghiera e nella riflessione) ai nostri amici di Lotta come Amore. La pubblichiamo in cinque puntate e facciamo nostra - in modo tutto particolare - l'ultima avvertenza della premessa stampata sul libretto stesso: "Lo scritto non è un' esposizione accademica a carattere teologico. E' profezia; è annuncio che richiede studio e applicazione pratica.":

PREMESSA
l) La profezia si apre con le premonizioni remote e recenti e con le personali reazioni per una duplice ragione:
a) per dare prova del carattere oggettivo della profezia;
b) per evidenziare un principio di discernimento sui fenomeni personali. Principio da proporre come criterio di autocritica diretta alla promozione di quella maturità personale che ci viene annunciata nei testi profetici dell' Antico e del Nuovo Testamento quale segno dei tempi messianici verso i quali si muove il profetismo femminile.
2) Si introduce con il festoso annuncio d'una novità che avanza ad opera dello spirito del Risorto.
3) Espone una denuncia: l'uomo che finalizza a sè la proprietà di Dio, la donna, l'emblema della sposa del Verbo.
4) Stabilisce l'equivalenza dell'uomo e della donna, fondandola sull'immagine personale di ogni creatura con il Creatore.
5) Rivendica il diritto-dovere all'ingresso ufficiale nell' ambito sacramentale della Chiesa: come segno della vittoria di Cristo sul peccato; come sacramento della pienezza di Cristo che è ad un tempo Sposo e Sposa.
6) Segna un ulteriore passo nella conoscenza della Trinità sulla base della Scrittura che rivela in Dio la manifestazione dell'inconoscibile mistero dell'Essere e che lo presenta come il Vivente,
l'Amore, la Conoscenza.
Proprietà divine presenti nel Figlio che traducendo i termini si professa Via, Verità, Vita.
7) Presenta alcune linee pratiche di unità liturgica in seno alla cattolicità e con le altre confessioni cristiane.
8) Si chiude con uno sguardo sull'immagine eterna della creatura divina, la gemella del Figlio che ha realizzato con lui l'unità sponsale di Figlia nel Figlio, ed ha conseguito il fine: "i due saranno uno".
9) Lo scritto non è un'esposizione accademica a carattere teologico. E' profezia; è annuncio che richiede studio e applicazione pratica.

Beatissimo Pietro, Giovanni Paolo II, venerabili fratelli e venerabili sorelle della Chiesa santa di Dio.
Colui, che in un passato che si perde indietro negli anni, m'ingiunse di collocarmi "sepolta nel silenzio" per divenire "una voce nel deserto" ;
Colui, che in un passato meno remoto mi ordinò: "Quello che avete udito nel segreto predicatelo sui tetti" ;
Questi mi mise nel cuore la profezia di Gioele " ... le vostre figlie profeteranno" e mi impose di realizzarla.
L'ingiunzione mi colse di sorpresa e mi trovò sprovveduta: che profezia avrei dovuto proclamare? Non me ne sentivo lo zelo; declinavo dall' idea di assumerne il tono.
Ma un certo giorno, mi sono sentita assalire dalla febbre del profeta che andava crescendo e mi manteneva in un persistente tremito.
Ed ora uno spirito m'invade e mi fa declamare:
Uomini di Galilea, (1)
ecco, si realizza la profezia di Gioele, le vostre figlie profetizzano.
Non temete.


Porgete ascolto alla loro voce: è un annuncio di gioia
che proclamano;
è un nuovo compimento che annunciano.
Lo spirito del Risorto le invia; è con la sua forza che profetizzano;
comporranno una Novità; imprimeranno un volto nuovo al sacramento di Cristo,
alla Chiesa.
E voi il Risorto
lo vedrete in Galilea.
Lo vedrete nella vostra terra. Lì egli si mostrerà
nel Sacramento della sua unità di Corpo e di Spirito
di Uomo e di Donna. (2) "Una voce nel deserto"
festosa annuncia: "E' finita,' è finita l'umiliazione
delle figlie di Sion.
Esse saranno come colonne nella ricostruzione del Tempio.
Per migliaia di anni si sono contenute, hanno contratto in petto
il mento e la voce.
Era il tempo di soggiacere come segno:
segno di tenebre,
segno di castigo,
segno di umanità sottoposta al peccato.
Ora esultanti annunciano:
"E' finita l'etica della nostra dipendenza dalla carne.
L'emblema della condizione umana dominata dal peccato
non permane in eterno.
Israele è pur stato liberato.
Non sarà in perpetuo una legge
il silenzio della donna.
Non sarà un obbligo perenne la simulazione di lei
di sottostare al dominio di lui. La sua pretesa minorità
si rivela alfine
un pretesto del démone del potere" .
E' un progetto di riconciliazione che risuona, non di rivendicazioni. Dio mette fine al conflitto.
Il carattere primitivo del peccato non prevarrà per sempre
su quello salvifico.
La condanna originale della donna non è inesorabile.
Lo stato di umiliazione
a cui soggiace il genere umano non sarà per sempre rovesciato sulle spalle delle figlie di Sion. Come torrente in piena
lo spirito del Signore
mi trascina nell' alveo
le parole da proclamare
e mi ammonisce a non tentare di addolcire i toni.
"E' mia ogni persona dice il Signore -
e voi avete acculturata la donna per il gradimento dell' uomo; l'avete finalizzata
alla reintegrazione di lui, dell' uomo. Ma l'uomo è come l'erba,
popolo stolto e tardo di cuore.
No, non si contraddice la mia parola.
La storia umana è sacra
ed è mia ed è vostra insieme. E' scritta da me
ed è scritta da voi.
lo ho rispetto per tutti, per tutte le vostre persone
che io ho creato a mia immagine e a mia somiglianza
perché su questa base
con questi mezzi
venga edificata la "sposa", la gemella del Verbo, gloria di Cristo

e gloria della Sposa. E della mia gloria io sono geloso"
dice il Signore.
Lo Spirito chiama oggi la donna a conseguire la propria maturità, umana, sociale, ecclesiale.
La spinge a uscire
dalla posizione di dipendenza dall' idolo maschile
nella quale l''' uomo vecchio" l' ha mantenuta per millenni quale luogo dei suoi piaceri. Egli non sopporta più
che la sua Creatura viva divisa tra il figlio che dipende da Dio
e la figlia che dipende dall'uomo. Non sopporta più
che la madre dei viventi per natura,
che la madre dei redenti per grazia,
passi da estranea
sui problemi dell' umanità.
Lei che è madre, sposa, sorella deve farsi carico dei doveri che le competono
in tutto l'ambito della storia umana per ridarle l'equilibrio delle forze.
La donna! (3)
E' il vertice della creazione.
E' il luogo dell' incontro con Dio.
E' il tempo del linguaggio del Creatore con la creatura.
E' l'inizio del ritorno.
E' il polo della relazione divino-umana. E' l'emblema della "sposa".
E' il termine del progetto divino.
E' la confluenza dell' ordine universale. E' il riflesso della manifestazione
dell' Essere.
Dalla donna della creazione dalla donna della redenzione dipende il no e il sì dell' umanità
all' opera di Dio.
Lei è gravida della responsabilità di vita o di morte
del genere umano.
Lei rovescia in negativo, o ricompone in positivo
le sorti dell' universo degli esseri. Lei che deve oggi
presentarsi ad un tribunale maschile per denunciare l'usurpazione dell' uomo dei diritti di Dio,
lei risplenderà in quel popolo
che gode il diritto di proclamarsi di Cristo, Capo delle donne
come degli uomini.
(Continua)

Note:
l) L'invasione dello spirito profetico mi ha calata nel giorno di Pasqua.
2) Uomo con la lettera maiuscola sta per la dualità sociale di maschio e femmina, immagine divina con funzione storica.
Donna qui vale per uomo e donna riedificati nella "nuova creatura" della condizione messianica. Donna vale per la Sposa del Verbo, per umanità redenta.
3 )Anche qui come in tutto il testo, figura e realtà sono fortemente intrecciate.




in Lotta come Amore: LcA gennaio 1994, Gennaio 1994

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