Il profeta innamorato

Nel numero di giugno di questo giornalino abbiamo ricordato il passaggio di due profeti Turoldo e P. Balducci, sgomenti per la loro scomparsa, e abbiamo cercato di scoprire la sorgente da cui è scaturita la loro forza profetica che ha risvegliato, come ha scritto il Vescovo di Molfetta, "la nostalgia di una chiesa 'inedita' ruggente nelle viscere della storia".
Prima di conoscere quanto risulterà dal bando di due borse di studio per una ricerca storica sulla figura di don Sirio Politi, vorremmo, anche per questo profeta, risalire alla sorgente, al momento in cui Dio passa accanto all'eletto e vi lascia il suo segno.
P. Turoldo in un suo inno così canta il momento misterioso dell'incontro:
"Di solitudine vestito e fede
basti il respiro a farsi preghiera,
poi nulla: tutto il corpo in silenzio,
sia desto appena l'udito dell'anima.

Attendi poi con timore che passi:
contando prima i vuoti di Dio...

Ed ecco un brivido appena di vento,
un mormorio di vento leggero,
a far tintinnare le messi rapite:
profeta, copriti il volto, che passa...".

Sirio in "Una zolla di terra ", il racconto della sua storia spirituale, ci narra di questa necessità, che il Mistero di Dio passi accanto all'eletto "almeno sfiorandolo". Ma per lui l'incontro avviene sì nel silenzio, "in vetta alla montagna ", ma non è "vento leggero ", è contatto personale con Dio. Il colloquio è a domanda e risposta immediata. Per cogliere quell'istante bisogna in qualche modo "avere già conosciuto Dio, in qualche modo averlo sognato". E' il posarsi di uno sguardo "acceso d'Amore sopra il proprio destino" e il mistero dell'incontro s'allarga, si allarga fino a incontrarsi e a perdersi in quella terra meravigliosa che é Gesù Cristo ".
Tutto avviene quindi tra sogno e innamoramento e rapisce in modo semplice e meraviglioso: "quell'istante non é riservato ai santi e ai mistici, ma é candidamente per tutti"; non é facile lasciarsi stiepidire dal sole di primavera? Ci toglie dolcemente dal freddo e dal grigiore dell'inverno colmandoci la carne e il sangue e l'anima di un mistero profondo e rigoglioso di vita, di luce ". Il destino allora cambia, diventa sconvolgente e coinvolgente "dare sangue alla sua Verità e testimonianza vivente delle sue promesse".
Lo sguardo acquista quella vastità di orizzonti già esplorata da un Theilard de Chardin.
Il flusso d'Amore che ha portato Dio alla creazione del mondo e dell'uomo nello stupendo dono della libertà ha ottenuto come risposta "no", onde il dolore, il male, la morte. Ma l'Amore non lascia cadere nel vuoto questa tragica scelta; la Sua misura di amare é senza misura. Nella storia dell'umanità, che é insistenza di Dio nell'amare e insistenza nostra nell'essere "non-amore", Lui ha sovrabbondato incarnando la nostra povera e tragica realtà in Gesù Cristo. La sua scelta divina cade su questo vuoto pauroso: sofferenza, male, morte non sono opera sua, ma che egli accetta di vivere e di abbandonarvisi senza misura.
Ecco che il profeta, colui su cui si é posato lo sguardo di Dio, si getta in questa scelta di Dio, per quanto "misteriosa, strana, ingiustificata". Egli non vede più attraverso se stesso, cioè attraverso un punto di vista egoistico, ma attraverso l'Amore.
Dunque il nodo, la sorgente da cui é fluita tutta la storia di Sirio é questo sogno innamorato. Egli ha percorso il suo cammino andando, inebriato dall'Amore, verso le realtà più vuote, più disperate, seguendo il Cristo: "Lui sento e credo e amo come Colui che ha vissuto interamente e totalmente, secondo misure infinite di Verità e Amore, ciò che io appena intravedo e amo".
Ed eccolo fare la scelta operaia: "l'operaio, gli schiavi di ieri e di oggi, non sembra vero, ma c'é chi li guarda con Amore e raccoglie il sudore della loro fronte e lo sconforto del cuore". Si é inserito nella lotta nonviolenta fino ad essere condannato quale sovversivo (e sovversivo era di un ordinamento ingiusto!). E' vissuto in una piccola comunità di compagni, uomini e donne, che non sono" del mondo", ma in forza di questa liberazione sono coinvolti nel mondo e travolti dalla storia. Vivono del loro lavoro e hanno creato un centro artigianale per handicappati, esseri umani in cui più si frantuma il dolore, il male e il vuoto.
Se in "Una zolla di terra" don Sirio ha raccontato la storia della sua anima, in "Antico sogno nuovo" traccia la storia di un Monastero in cui pochi uomini e donne vivono una fede appassionata nella Chiesa e, per amore del Regno, lottano all'interno delle istituzioni una lotta nonviolenta guidata dalla violenza dell'Amore.
Questo profeta innamorato ha vissuto quell'Amore che costringe al superamento di sé e a compromettersi e giocare tutto nella storia, secondo il Vangelo, unica alternativa di umanità alla disumanità.


Grazia Maggi


in Lotta come Amore: LcA novembre 1992, Novembre 1992

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