Immoralità di stato: centrali nucleari

Il fatto non può essere passato sotto silenzio: si tratta di un avvenimento gravissimo, probabilmente anticostituzionale, sicuramente immorale.
La legge denominata "Norme per l'erogazione di contributi a favore dei comuni e delle regio-ni sedi di centrali elettriche alimentate con combustibili diversi dagli idrocarburi" ha lo scopo dichiarato di superare le obiezioni e le resistenze degli enti locali ad accettare l'installazione delle centrali nucleari e a carbone. Il metodo che viene usato a questo scopo rivolta completamente tutti i principi fino ad oggi ritenuti comunque ineludibili.
Entriamo nel merito: la legge sostanzialmente obbliga l'Enel a corrispondere una enorme massa di denaro a quegli enti locali, sui cui territori sorgeranno gli impianti elettrici. Più l'impianto è grande e pericoloso, più quattrini vengono erogati. La quantità varia anche in ragione del combustibile usato: il contributo massimo spetta al nucleare, il minore all'olio combustibile, l'intermedio al carbone. Non solo ma il meccanismo della legge è incentivante: ad una quota fissa (corrisposta per l'installazione in ragione proporzionalmente diretta alla grandezza dell'impianto) si aggiunge un corrispettivo annuo proporzionale alla quantità di energia prodotta. Col che va a farsi benedire non solo la necessità di farla finita con i megaimpianti, ma si determinano le condizioni perché sì allentino i controlli sulla sicurezza: ogni giorno di arresto dell'impianto si traduce, infatti, in una perdita secca di denaro da parte del Comune, a cui teoricamente spetterebbero poteri di controllo. E poi perché il nucleare deve essere remunerato più del carbone? Non si era detto forse essere l'uranio il combustibile di gran lunga meno inquinante?
Ma la verità l'hanno spiegata Corbellini e il ministro dell'industria, che hanno tranquillamente ammesso di avere finalmente fra le mani l'argomento solido e capace di battere i movimenti ecologisti: fallita la strategia dell'informazione si passa a quella della corruzione.
Il fatto probabilmente più grave la legge lo esplicita nell'u1timo capoverso, introdotto surrettiziamente e per altro assolutamente estraneo al titolo della legge. In esso vengono, con poche righe, eliminate le possibilità di determinazione e di scelta dei Comuni sui siti. Superata, infatti, la fase consultiva se non si troveranno d'accordo nell'accettare democraticamente la centrale, sarà il Cipe a decidere e quindi ad imporre il sito.
Affonda cosi anche l'ultimo brandello di possibilità di scelta da parte della popolazione.
La legge ha avuto alla Camera il voto favorevole del partito comunista. Anche questo fatto non ha alcuna giustificazione. Esso cozza infatti contro alcuni dei principi "storici" del Pci in questa materia seppur all'interno della scelta filonucleare. Primo fra tutti il rifiuto alla monetizzazione del rischio e la difesa della possibilità di scelta da parte degli enti locali. Anzi nel 1975 il Pci aveva aspramente criticato la precedente procedura di localizzazione, che nella formula del "mutuo consenso" fra potere centrale ed ente locale, appariva già fortemente lesiva delle autonomie territoriali. Il cambiamento di rotta è quindi totale. A chi giova tutto ciò? Non certo alla sinistra che si consegna mani e piedi al ministro dell'industria e all'Enel, e che contraddice a Roma ciò che afferma ad Avetrana. Salvo poi proclamare la necessità dell'alleanza con i "nuovi soggetti".
dal "Manifesto"



in Lotta come Amore: LcA marzo 1983, Marzo 1983

menù del sito


Home | Chi siamo |

ARCHIVIO

Don Sirio Politi

Don Beppe Socci

Contatto

Luigi Sonnenfeld
e-mail
tel: 058446455

Link consigliati | Ricerca globale |

INFO: Luigi Sonnenfeld - tel. 0584-46455 -