Miracolo mancato

Ho letto su "Avvenire" del 12 Giugno '85 una notizia-flash molto interessante e provocatoria: ben 18.000 militari e rispettivi 380 cappellani si sono ritrovati in pellegrinaggio davanti alla grotta della Madonna di Lourdes. "Si è concluso domenica sera a Lourdes il 270 pellegrinaggio internazionale militare, che ha riunito per 3 giorni nella città mariana 18 mila militari appartenenti a 16 nazioni dell'Europa, dell' Africa, delle Americhe e dell'Asia. Domenica sera, prima di separarsi, i giovani militari hanno partecipato cantando, sulla spianata del Rosario, alla cerimonia conclusiva dell''arrivederci".
Questo avvenimento, riportato come assolutamente normale dal quotidiano cattolico nella rubrica "i giorni", mi ha suggerito alcune riflessioni sul tema della "riconciliazione" che ormai sembra diventato il motivo ricorrente nell' area della Chiesa cattolica. È anche l'occasione di riflettere insieme sul problema della pace, ma non in modo teorico e generico, ma concreto e preciso: anche se il tema della pace sembra aver preso quel rilievo e quell' attenzione che aveva qualche anno fa. Per questo mi sembra giusto continuare la riflessione su questo argomento che rimane drammaticamente attuale, in una realtà mondiale dove la guerra e la crescita degli armamenti sembrano essere una necessità indiscutibile.
Mi è venuto spontaneo pensare che a Lourdes un pellegrinaggio militare potesse aver trovato una collocazione ispirata seriamente allo spirito di riconciliazione che dovrebbe mettere in movimento il lievito evangelico che certamente cova sotto la cenere delle istituzioni sociali, di cui l'esercito è una delle più inquietanti. Si poteva giustamente pensare ad un vero e proprio "miracolo" che a Lourdes si sarebbe potuto compiere: il miracolo cioè di una chiara rottura fra mondo militare e valori cristiani, fra le ragioni della forza delle armi e le ragioni dell' amore evangelico. Ma il giornale cattolico non porta notizie del genere. Dalle poche righe risulta, infatti, che tutto si è svolto con assoluta "vecchia normalità": niente profumo di "vino nuovo" nelle cantine dell' istituzione militare.
Certo, sarebbe stata una liturgia suggestiva quella che si poteva celebrare nel santuario di Nostra Signora di Lourdes: uomini in divisa militare che deponevano, come straordinari ex-voto, i loro abiti di guerra per ritornare semplici uomini in abiti civili, come a significare la scelta di rompere definitivamente con tutta una storia di sangue e di violenza di cui gli eserciti sono storicamente sovraccarichi.
Non penso davvero che ciò non sia accaduto perché questa non era la volontà della Madre del Signore. È vero che la bianca Signora della grotta di Massabielle tace da tanto tempo, da quando parlò a Bernardette Soubirous, ma la sua parola non potrebbe essere diversa da quella che uscì dalle profondità del suo cuore: "La mia anima esalta il Signore... perché ha rovesciato dal trono i potenti ed ha esaltato gli umili; ha saziato di beni gli affamati e rimandato i ricchi a mani vuote".
Penso che a Lourdes tante volte sia risuonato questo brano del Vangelo durante le celebrazioni in onore di Maria. Abbandonare nel suo Santuario la "Vecchia pelle" militare per ritornare semplici uomini senza divise né gradi poteva essere un segno preciso di una riconciliazione che altrimenti rischia di continuo di rimanere una maschera buona per tutte le occasioni. Ancora una volta il nostro mondo cattolico continua a mantenere tranquillamente l'equivoco di una giustificabilità religiosa della vita militare, senza mettere per niente in questione lo stridente contrasto fra la logica degli eserciti, della difesa armata, dell'uccidere o del prepararsi a farlo per la patria (o le patrie) e le proposte evangeliche di Gesù. Continuando anzi a rafforzare ancora di più l'equivoco con una nutrita presenza di cappellani nei vari centri militari, garantendo così l'incolumità morale di un mondo che la Parola di Dio chiama semplicemente a scomparire: "Cambieranno le spade in falci e le lance in aratri e non impareranno più a fare la guerra" (Isaia).
Da Lourdes poteva venire questa ventata di faticosa, difficile ma profetica novità, come la faticosa e profetica novità di un parto attraverso il quale nasce l'umanità nuova sognata da sempre da Dio nella sua incessante storia d'Amore con l'umanità, E Maria è stata, in questa storia d'Amore, una serva obbediente, fedele e coraggiosa.
Poteva essere una cosa bella e coraggiosa aver invitato i militari a recarsi a Lourdes come si invitano i malati di ogni parte del mondo: il militarismo è senza dubbio una delle malattie più gravi e pericolose da cui sarebbe giusto e doveroso chiedere di essere liberati.
E penso proprio che la Madre del Signore, la grazia e il miracolo li avrebbe fatti volentieri, se la Chiesa di Gesù si fosse messa a Lourdes in questo preciso stato d'animo: perché lei conosce il carico di sofferenza e d'angoscia che è racchiuso dentro l'apparente legalità degli uomini armati di tutti i tempi. Lo conobbe certamente in tutta la disperazione che dovette assalirla intorno al patibolo del Figlio, condotto alla morte dietro buona scorta di un manipolo di soldati romani i quali si giocarono a sorte la sua tunica e gli trafissero il petto a colpi di lancia, a chiusura di una notte e un giorno di terrore e di angoscia indescrivibile. Forse, è di quella notte e di quel giorno che la Bianca Signora di Lourdes avrebbe potuto parlare al cuore dei 18mila militari e dei 380 cappellani che celebravano serenamente l'Eucarestia nel suo Santuario, se appena fosse stata interpellata nel mistero di Fede e di Amore di cui essa è certamente la più qualificata dei testimoni.


Vorrei dedicare agli sconosciuti 18mila militari, ai loro 380 cappellani, agli zelanti organizzatori del loro imponente pellegrinaggio al Santuario di Lourdes un brano di uno stupendo poema di un poeta dell'Ecuador, che sembra riecheggiare in termini moderni la meravigliosa profezia d'Isaia che rimane come una indistruttibile spina piantata nel fianco della Chiesa, che tutto può fare ma che non può in alcun modo sfuggire a ciò che il suo Signore ha proclamato con limpida chiarezza.

"Verrà un giorno più puro degli altri:
scoppierà la pace sulla terra
come un sole di cristallo. Un bagliore nuovo
avvolgerà le cose.
Gli uomini canteranno nelle strade
ormai liberi della morte menzognera.
Il grano crescerà sopra i resti
delle armi distrutte
e nessuno verserà
il sangue del fratello.
Il mondo sarà allora delle fonti
e delle spighe che imporranno il loro impero
di abbondanza e di freschezza senza frontiere.
Soltanto i vecchi, nella domenica
della loro vita tranquilla
aspetteranno la morte,
la morte naturale, fine del cammino,
paesaggio più bello del tramonto".

Jorge Carrera Andrade


don Beppe


in Lotta come Amore: LcA giugno 1985, Giugno 1985

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