Segni del nostro tempo

Anche soltanto a prendere nota della semplice cronaca quotidiana, questi nostri tempi manifestano "segni" di sconcertanti contraddizioni.
Gli opposti s'incontrano e si scontrano in un intrecciarsi da capogiro. In tutti i campi, in tutta la realtà del vivere e convivere umano,
Chiaramente dove più l'avvicendarsi di uno spiraglio di speranza e di uno spalancarsi di disperazione, avviene, è in politica, cioè là dove si raggrumano, si sciolgono e si rannodano, i grossi interessi, le pesanti ambizioni, le programmazioni più spietate.
L'economia evidentemente segue gli alti e bassi della politica e simultaneamente li determina appoggiandosi e provocando armamenti senza limiti con un ricorso ormai inesauribile e irrefrenabile al "pozzo della scienza" del cervello umano, delle possibilità tecnologiche e delle strategie più impazzite.
Tutto bene e ormai sta dilagando, almeno dalla nostre parti del mondo occidentale, una strana euforia determinata dall' assuefazione al benessere fruttificato dal progresso scientifico, tecnologico, economico... Si è andata quasi maturando una sicurezza, che tutto, a parte qualche complicazione qua e là per il mondo, tutto in definitiva non può che andare per il meglio.
Anche la pace, pur con la depressione dei movimenti pacifisti, si va, via via, rassodando anche se non risulta chiaro se per gli incontri di Ginevra o la ripresa della deterrenza.
Tutto va bene, insomma anche a voler essere pignoli.
Soltanto che un mattino ti svegli e senti raccontare che la Nasa - il complesso tecnologico e scientifico più avanzato del mondo - ha fallito miseramente un suo lancio spaziale: lo Shuttle è esploso dopo due minuti di volo verso lo spazio disintegrando i sette cosmonauti.
La pietà e la commozione ci hanno forse impedito di renderci conto quanto l'orgoglio gonfiato dalle conquiste della scienza sia stato tragicamente umiliato o, se non altro, ridimensionato.
U n'altra mattina ci si sveglia con la guerra sotto casa. La VI flotta americana rafforzata da squadriglie di caccia bombardieri sempre americani, levati in volo nientemeno che dall'Inghilterra, bombardano quartieri popolari delle coste della Libia.
Come risposta due missili affondano nel mare di Lampedusa.
U n segno evidente che i potenti non possono essere che ridicoli ma nel frattempo sono pericolosi per una schizofrenia storicamente congenita con il potere.
Un' altra mattina vieni a sapere che una centrale termonucleare è esplosa in Ucraina, a Chernobil. Migliaia di kilometri e poi in URSS. Soltanto che la nube radioattiva, come i missili, non rispetta i confini. Un pericolo più o meno mortale vaga in balia del vento e la preoccupazione è una sola, con tutta la scienza che impera nel mondo, sapere da che parte tira il vento.
Governi, centrali della scienza, ricerche, analisi e scatenamento dei mezzi d'informazione.
Radioattività. Iodio 131. Cesio 137. Nanocurie: e la scienza dilaga finalmente a illuminare i livelli popolari.
Niente insalata, la verdura a foglia larga. Anche le mucche diventano un pericolo perché mangiano la verdura a foglia stretta.
Poi le pecore e i conigli, i giardini pubblici e i gerani alle finestre.
S'impone (da questi cenni di cronaca spicciola) una considerazione, ovviamente per chi la vuoi fare. Ma certi "segni" è voler essere ciechi a non vederli.
Al punto in cui siamo (e la prospettiva di progresso, dicono, è oltre l'immaginazione) la nostra civiltà di potere economico, politico, militare, scientifico, tecnologico ecc. è fondata sulla "sicurezza". L'inganno è sempre più evidente a tutti i livelli.
L'insicurezza fisica, psicologica, personale, collettiva ecc. sta insidiando il vivere e il convivere in misure tali che, ormai è dimostrato, l'unico rimedio privato e pubblico è quello dell'assuefazione.
Quanto più l'insicurezza è totale tanto più l'assuefazione produce e rende rassegnati, tranquilli, indifferenti.
Così è con le 50.000 testate nucleari. Con le 350 centrali nucleari in Europa. Con le nostre 3 funzionanti e quelle in costruzione.
Forse tutto è soltanto questione d'abitudine. E la Fede?
Forse la Cristianità (la Chiesa può essere altra cosa) si ritrova dopo tanti secoli, come all'inizio: deve affrontare e cercare di "cristianizzare" un mondo pagano (non ateo, bei tempi quando c'era l'ateismo!) Mondo pagano perché dominato da ben identificate divinità dotate di onnipotenze tali da "creazione" di altra umanità, di umanità cioè mai esistita, totalmente diversa e che si continua a chiamarla umanità, così, unicamente per comodità.
Fra le due umanità, quella creata da Dio e quella che sta creando l'uomo, la cristianità (ogni cristiano) è chiamato a decidere una scelta.
Anche la Chiesa deve fare la sua scelta, tanto più che non scegliere è scegliere.
La fede cioè quella "luce che illumina ogni uomo che viene in questo mondo" è per chi ha occhi per vedere e vuole vedere "tutto ciò che deve accadere fra poco" (Ap.22,6)


in Lotta come Amore: LcA giugno 1986, Giugno 1986

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