Testamento spirituale di Padre Josimo

Il 10 maggio, alle ore 12.30, due killer a servizio del latifondo, assassinavano un altro sacerdote brasiliano di 36 anni: padre Josimo Moraes Tavares, della diocesi di Tecantinopolis (Goiàs). Era di origine umile, totalmente dedito al popolo povero, perseguitato e oppresso dal potere terriero. Questo testamento egli lo pronunciò il 27 aprile, durante l'assemblea diocesana, dopo essere stato minacciato di morte.
"Desidero sappiate che quello che sta succedendo non è frutto di nessuna ideologia o corrente teologica e neppure è per causa mia o per la mia personalità. Penso che il perché di questo si riassuma in quattro punti fondamentali:
1. Perché Dio mi ha chiamato col dono della vocazione sacerdotale ed io ho corrisposto;
2. Perché il Vescovo don Cornelio mi ha ordinato sacerdote;
3. Perché il popolo di Dio mi ha incoraggiato e il Parroco di Xambioà, allora P. Giovanni Caprioli, mi hanno aiutato a superare gli studi;
4. Perché ho seguito con fedeltà questa linea di lavoro Pastorale che per la forza del Vangelo mi ha spinto ad impegnarmi in questa causa a beneficio dei poveri, degli oppressi, degli sfruttati.
"Il discepolo non è maggiore del Maestro. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi..".
Devo accettare. Ora sono impegnato nella lotta in favore dei poveri contadini indifesi, per il popolo oppresso dalle catene del latifondo.
Se io taccio, chi li difenderà? Chi lotterà per loro?...
Io per lo meno non ho nulla da perdere. Non ho moglie, non ho figli, non ho ricchezza e nessuno piangerà per me..
Solo mi dispiace una cosa: mia madre ha soltanto me e più nessuno per lei.
E' povera e vedova. Ma voi rimanete qui e l'aiuterete.
La paura non mi trattiene. E' ora di impegnarsi ed assumere.
Muoio per una causa giusta. Vorrei che capiste quanto segue: tutto quello che sta succedendo è una logica conseguenza risultante dal mio lavoro nella lotta e nella difesa dei poveri, in favore del Vangelo che mi ha portato ad impegnarmi fino alle ultime conseguenze. La mia morte non vale nulla se la paragoniamo alla morte di tanti contadini assassinati, violentati, mandati via dalla loro terra, che lasciano donne e figli abbandonati, senza protezione, senza pane, senza casa".

P. Josimo Moraes Tavares
Tempi di Fraternità n°7 luglio-agosto


in Lotta come Amore: LcA ottobre 1986, Ottobre 1986

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