L'addio a don Sirio

«PERCHE' mi avete fatto soffrire», dice Giobbe nella Bibbia. «Perché fate soffrire i preti-operai? chiede don Roberto Fiorini, mantovano, segretario dei preti operai, rivolgendosi alle gerarchie ecclesiastiche.
Il funerale di don Sirio Politi, l'uomo che nel 1956 aprì l'esperienza dei preti nelle fabbriche, non poteva essere un semplice commiato. Era scritto sul grande striscione steso sopra l'altare improvvisato nel nuovo mercato del pesce: «La morte non chiude la storia». La morte di don Sirio non poteva chiudere questa esperienza così originale né cancellare le tante sofferenze patite da questo sacerdote per !'incomprensione dei superiori. I preti operai non potevano dimenticarlo e don Fiorini lo ha ricordato alle migliaia di versiliesi che hanno dato l'ultimo saluto a don Sirio.
C'era la Viareggio delle istituzioni e quella popolare, c'erano i cattolici e la sinistra. In testa al corteo, partito della chiesetta dei pescatori i preti operai. Veniva poi la salma portata a spalla dietro i gonfaloni di Camaiore e Viareggio, la città natale e d'adozione, accompagnati dai sindaci Bonuccelli e Dettori. Fra le altre autorità, il sindaco di Massarosa Frati, gli onorevoli Caprili e Martini, e poi le migliaia di viareggini fra cui tutte le componenti della darsena, pescatori in testa.
Tutti hanno trovato posto nel grande salone del nuovo mercato ittico. La scelta non è stata casuale: Don Sirio si era battuto a lungo perché la struttura andasse finalmente ai pescatori. Quando iniziò a star male gli amici lo rassicuravano: «ti ci porteremo in barella». Don Sirio ci è arrivato invece in una bara di legno che è stata deposta ai piedi dell'altare dove ha celebrato la messa funebre l'arcivescovo di Lucca, Monsignor Agresti. Con lui era anche monsignor Bettazzi, vescovo di Ivrea Mons. Tommasi, vescovo di Pontremoli e tutto il clero viareggino.
Dopo il Vangelo, monsignor Agresti ha ricordato la figura di don Sirio: «Un prete che ha combattuto la sua battaglia fino in fondo, predicando il Vangelo dei poveri, della fatica, della pace. In una parola il Vangelo degli ultimi, di chi dura fatica».
Tutta la cerimonia è stata accompagnata dalle canzoni in nome della pace e della fratellanza che aveva composto lo stesso Sirio. A cantarle tutti quelli che avevano condiviso o comunque apprezzato la sua esperienza di vita e di fede. Un'esperienza umana che si è conclusa nel cimitero di Capezzano Pianore, là dove i familiari, tra cui i fratelli Livio e Aldo, hanno accompagnato don Sirio per il suo ultimo viaggio.


Corrado Benzio


in Lotta come Amore: LcA febbraio 1988, Febbraio 1988

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