Racconti dal Brasile

Non so se sarai venuto a conoscenza di un fatto abbastanza spiacevole avvenuto recentemente in Brasile. lo mi trovavo nei paraggi e l'ho seguito particolarmente. Un Arcivescovo Cardinale di 77 anni è stato assaltato denudato ferito non gravemente, ma in varie parti e abbandonato sul ciglio di una strada, proprio come il famoso commerciante che andava da Gerusalemme a Gerico, che il Vangelo ha immortalato. Il vecchio cardinale ha avuto un momento straordinariamente felice, unico nella storia della sua vita: tutti da destra e da sinistra si sono sentiti uniti in un impeto di costernazione di simpatia e di condanna dei soliti ignoti che hanno perpetrato il delitto.
Il cardinale ha fama di essere un uomo di grandi virtù personali, un uomo all'antica come si dice, ma un ringhioso e a volte ingiusto difensore di una certa ortodossia. In altre parole è ammirato per la sua vita privata, discusso per le sue posizioni ecclesiali o dottrinali. In quel momento tutti hanno dimenticato il "carabiniere" e sono stati travolti da un'onda di simpatia e di commozione davanti all'uomo. Ma i giornalisti indiscreti qui come da tutte le parti, immediatamente hanno demitizzato la figura del cardinale facendogli perdere una buona occasione. Il Brasile vive un momento simile a tutti i paesi del mondo in cui si presenta una scalata alla delinquenza specialmente del settore giovanile e non si vede come arginare la violenza. Naturalmente una "destra" numerosa e forte, rimprovera il governo di essere fiacco di non prendere provvedimenti seri e si arriva a proporre la pena di morte.
Il cardinale si unisce a questa schiera; per la verità non parla di pena di morte, ma lascia pensare che non avrebbe argomenti validi per opporsi. Io che amo la chiesa e non trovo ragioni per non amare fratelli e padri che non pensano come me, dico: "Peccato, che bella occasione perduta".
Un giornalista serio commenta: "Il cardinale nella sua reazione non ebbe mezzi termini. "Se ero armato avrei sparato sui miei assalitori," - disse. "Senza esitare" - accentuò. Io lo vidi alla televisione trovando quasi puerile l'inchiesta del reporter. Legittima difesa è legittima difesa - dichiarò. Non potrei non ammirare la totale franchezza di Dom Vincenzo (così si chiamano i vescovi in Brasile battendo lo stile barocco e seicentesco che non dovremmo più chiamare spagnolesco per amore alla verità, perché è bene italianesco). Dopo essere stato ferito, irrispettato, denudato dai suoi assalitori, poteva, pur collaborando con gli agenti investigatori del delitto, dire qualcuna di quelle frasi bigotte e insipide in cui non crede. Dom Vincenzo non è un ipocrita, al contrario. Ma sarà interamente un cristiano? Si chiede un giornalista. O professionalmente cristiano come pare attestare il suo abito e il cappello?... Viene opportuno ricordare qui che quando fu vittima di un attentato ugualmente brutale, nel quale perdette la vita, il generale Muricj non tralasciò di ricordare l'abbandono in cui crescono i bambini poveri e abbandonati del Brasile. Dom Vincenzo è un uomo franco e coraggioso, ma trovo che un cappello di cowboy non gli starebbe male ... ".
Queste le parole del giornalista arricchite di osservazioni prudenti e serie che comparto e di cui ti faccio grazia per mancanza di tempo.
Ma questo episodio mi ha messo sulla scia di riflessioni che voglio compartire con te. Perché questo cardinale che pure è un uomo di orazione, e di vita moralmente coerente, perché ha perduto un'occasione di evangelizzare tutti quelli che avevano gli sguardi rivolti a lui, un po' come al Cristo sulla croce? Perché uomini di chiesa hanno idee giuste, ma una prospettiva sbagliata. Ti do degli esempi con cui cerco di chiarire il mio pensiero.
Una ragazza figlia di una famiglia poverissima delle mie parti è andata al servizio in città. La madre ha saputo che è rimasta incinta e che ha praticato l'aborto. Il suo disperato commento è stato: "Ma perché avrà fatto questo. Non sapeva che la sua famiglia era disposta a ricevere il figlio. Che infelici siamo noi poveri." Quindi il discorso della donna coincide con la condanna del Papa, non dice: - ha fatto bene ad abortire; ma la sua osservazione è profonda e umana. Perché non è ricorsa alla sua famiglia? E che disgrazia essere poveri. Questa donna si sentirebbe distrutta se le dicessi: - tua figlia è un'assassina - perché di fatto non lo è.
Altro esempio. Una giovane sposa mia vicina che vorrebbe aver figli, un giorno, ignorata da tutti, ha perduto il figlio che attendeva. Nessuno se ne è accorto e si è saputo perché lei lo ha raccontato. Un'amica ha avuto il bimbo morto dopo una settimana di vita: tragedie, pianti, singhiozzi, fotografia del neonato per ricordarlo sempre. Facevo notare alla madre che è un angelo in cielo, che anche lo sua amica ha perduto un bambino, ma lei mi diceva con gli occhi pieni di lacrime: - quando i bambini si sono visti, è un'altra cosa.
Perché, nelle nostre diatribe antiaborto dimentichiamo le migliaia, i milioni di bambini che muoiono dopo essere usciti alla vita, tutti quelli cui neghiamo la possibilità di uno sviluppo normale? La chiesa ha il diritto e il dovere di richiamare con forza all'obbedienza della legge divina, è parte essenziale della sua missione; ma non dovrebbe mai dimenticare che la legge uccide e perché la legge non uccida bisogna ripensarla dall'uomo e con l'uomo. L'aborto è un assassinio - la proprietà un diritto - la delinquenza deve essere castigata - la persona ha diritto di uccidere per legittima difesa -sono frasi che io sento come tremendi colpi di frusta che calano su gruppi umani indifesi, non ascoltati, emarginati socialmente e sommersi nella convinzione di essere irrimediabilmente indegni e definitivamente condannati in questa vita e nell'altra. Gesù non ha certamente dato luce verde all'adulterio, non ha dichiarato lodevole la prostituzione o il furto, ma quando questi tremendi colpi di frusta che, in un caso erano pietre, stavano per cadere su una schiena piegata, ha trattenuto queste pietre con un metodo che dimentichiamo sempre di applicare: quello di vedere la legge dalla parte dell'uomo. Per le parole di dom Vincenzo tutti quelli che temono la scalata della violenza si sono fregati le mani e di fatto hanno riportato diverse volte sui loro giornali come una sentenza di un saggio: - Se avessi avuto un'arma avrei sparato - Vedete? Lui avrebbe sparato. che aspettate?... Gesù non avrebbe dato ragione agli assalitori di dom Vincenzo: semplicemente, come nel caso dell'adultera, avrebbe detto al gruppo che freme d'impazienza: - Signori non sarete voi la causa di questo assalto, non sarete voi i veri assalitori?
Ma questo non possono dirlo gli uomini di chiesa, perché abitano con quelli che invocano dal governo pronta e profonda giustizia, e non con quelli che devono essere lapidati o torturati, o uccisi perché rei contro lo legge. E questo dice chiaro che uomini di chiesa non abitano dove Gesù sceglierebbe la sua abitazione.


Arturo Paoli


in Lotta come Amore: LcA giugno 1980, Giugno 1980

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