Pensieri di Bethlem

Stamani sono venuto qui nella grotta della Natività. Sono gli ultimi giorni che mi rimangono, il 2 ottobre ho deciso d'imbarcarmi e tornarmene a casa. E' un affollarsi di cose, di pensieri, di senti-menti, di difficoltà e di paure. Non mi fido di me e sento la potenza di sopraffazione che l'ambiente detla nostra civiltà e della nostra chiesa, comporta e in maniera inevitabile. Sarei rimasto qui nella sua terra perché qui mi sento immerso unicamente nel suo Mistero. Ma sento che devo tornare, è proprio volontà di Dio, almeno per quanto mi è sembrato di capire.
Perché realmente mi sono sentito disponibile anche a rimanere, anzi particolarmente a rimanere. Ma sento che devo andare. E' una realtà di vita nella quale devo giocare tutto, anche la possibilità del. VU?to e dell'inutile, anche quella del perdersi. POl mi sento profondamente in dovere verso la Comunità. lo devo condividere con loro a costo di tutto, questa avventura cristiana nella quale insieme ci siamo gettati. Ora, dopo questa esperienza di tre mesi nella terra di Dio, sento questo impegno come, essenziale e decisivo nella mia vita. Questo confrontare la Fede nella realtà del nostro tempo. Questo tentativo di traduzione. questo impegno di presenza, di continuità di Cristo nel mondo. E' problema che mi sgomenta perché proprio non so, è come una misteriosa e strana impreparazione, sproporzione, è proprio un lLO/'Z sapere. Però viè una chiarezza totale di Fede. Sento di avere la verità chiarissima nell' anima, ma non so come esprimerla. come comunicarla (non so come annunciare, evangelizzare) alla gente. alla realtà de; mio tempo.
Ho celebrato la Messa poco fa al piccolo altare cosiddetto dei Re Magi, nella grotta. Dove ha celebrato la Messa, sento che dicono le guide. Paolo VI nel '64. Ma ciò che mi prende fin dal più profodo di me è questa nascita di Gesù. L'inizio di questa terra. L'inizio di una storia, che deve avere. bisogna che abbia. altrimenti è annullarla, fedeltà assolute. chiare e precise. Ho pregato Maria, con semplicità. ma penso prorio con Fede, chiedendone di esprimere, come lei ha fatto dandolo alla luce, partorendolo, un Gesù vero. Non un altro più o meno mistificato, ma Gesù Figlio di Dio e Figlio di lei, quello generato in .ei dallo Spirito Santo. Questo « suo" Gesù. E' fedeltà così importante e decisiva. E' una fedeltà terribile, perchè questo « suo" Gesù è injinit ament e unico, lui so w, irrepetibile anche se da continuarsi, ma non da inventarsi. Geerare Lui ne/nostro tempo. Metterlo alla ìuce. 111 una grotta e sulla paglia. Cioé lui così come è nato.
Maria sa belle tutte queste ... e sono certo che capi.' ce perì ctt antente tutto questo enorme e sgomentante problema. Essere lei in ogni tempo e in qualsiasi situazione, a partorire, mettere al montlo, Gesù Cristo, è i. problema e il dovere del cristiano. E' terrihilment e il 1I1io dovere e la mia fedeltà. Aneli se //011 so, perchè proprio non so. Di qui tutto uno sgomento che mi prende proprio [in dal più i Il t imo.
L'altra cosa che 1I1i ha 1I101to preso nella Messa
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umanità, cioè un nuovo modo di esistenza, un vivere diverso. Questa diversità è fondamentale, è decisiva. Diversamente è una storiella buona e bella questo nascere in una grotta, la mangiatoia, ma niente di più. Guardo tutti questi pellegrini, riempiono la grotta, lettura del Vangelo, preghiere e canti e fotografie
commozioni ecc. Ma il rapporto fra questa nascita e la vita e l'esistenza e la storia dell'umanità è tutta altra cosa. Non so come è possibile esprimere-questa diversità, come annunciarla e descriverla, indicarla in modo che sia costruzione autentica e fedele, a questa nasci.a..a questo inizio e alla continuità, in Gesù così perfettamente diverse, di tutta una vita, di tutto un modo, di tutta una realtà di scelte.
Ora mi si sta un po attenuando l'intensità della chiarezza di queste riflessioni che mi hanno preso con tanta forza, durante la Messa. '
Continuo -a rimanere qui seduto nella grotta nonostante il susseguirsi di gente di tutte le lingue. In questo momento è passato anche i! gruppo di don Aldo, il prete giovane di Rajat, la tenuta del Patriarcato, dove sono sato quasi un mese. Rimango qui e dove devo andare? Cosa d'altro mi può interessare? Può essere tutto sentimento e commozione dato il luogo, ma può essere e credo che sia; la grazia del luogo.
E' un sacramento questa terra. E il nascere di Gesù ha segnato di Lui questo luogo. L'importante è raccoglierne la totalità del Mistero.
E questo non so quanto è possibile. Si tratta di Dio. Di Dio che si fa uomo, nasce qui da una donna che l'ha ricevuto dallo Spirito Santo, e qui inizia una storia, la storia di Dio e dell'Uomo. Del-l'Uomo secondo Dio e così tanto fino al punto che
è la storia di Dio Uomo. .
Di Gestì e di Cristo. Queste due realtà che in Lui si uniscono nella sua unica persona: la storia di Gesù nella realtà del suo vivere quotidiano e la storia escatologica di Cristo nel suo essere salvezza dell'umanità. Gesù è il Cristo. Gesù non può far dimenticare il Cristo, nè i: Cristo puo annebbiare la concretezza storica, quotidiana, di Gesù. Il suo nascere è l'inizio di Gesù e del Cristo. Ma è un nascere da una donna e in condizioni ben definite e che non possono non imporsi come oggetto di Fede, cioè qualcosa con la quale è inevitabile non trovarsi a confronto. Ma rimaniamo spietatamente giudicati e spietatamente non può che essere l'unico progetto di cristianesimo. Perchè il Cristo è Gesù.
I pellegrinaggi sono come l'acqua di un fiume che lambisce le pietre e corre via. Ma è così di tutto Wl cristianesimo. Questa grotta è invece una sorgente. Qui l'acqua non passa, nasce, sgorga di qui. Ora faccio un giro nelle grotte di S. Girolamo. Poi parto. Ogni volta che lascio un luogo che mi ha particolarmente raccolto, è come strapparmi via. Come-l'altra sera quando mi sono fermato a guardare per l'ultima volta il lago: era notte e luminosa di una luna piena splendidissima.
Ma il pellegrina re della vita deve continuare e quindi bisogna andare.
Fino all'ultimo giorno, quando la strada si [er.nerà davanti ad una soglia, quando si concluderà tutta Ima storia perchè è arrivato il momento del suo inizio.


don Sirio


in Lotta come Amore: LcA febbraio 1976, Febbraio 1976

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