Seguendo il fiume

Una delle immagini più popolari per indicare il passare del tempo, lo svolgimento dei giorni e quelli della vita, che fin da bambino mi è rimasta impressa nella memoria è quella del fiume: il suo incessante andare, lo scorrere senza posa delle sue acque, le grandi piene d'autunno e di primavera. Per diversi anni sono vissuto in mezzo a due fiumi, non molto grandi ma abbondanti d'acqua, che avevo imparato a conoscere molto bene per un buon tratto. Ed è su quella striscia di terra fertile fra i due fiumi che ho praticamente iniziato la mia scoperta del mondo, degli altri, della storia umana. I miei primi ricordi sono legati alla memoria lucidissima di avvenimenti di guerra: bombardamenti, passaggio di truppe, incursioni tedesche, fuga in massa verso i rifugi sulle colline. Paura e avventura incomprensibile per un ragazzo di pochi anni: poi tutto si è come disciolto (per riaffiorare con prepotenza molto dopo) e nella mia vita ha ripreso sempre più spazio il fiume, che rimane perciò come l'immagine più indicativa ed espressiva di quello che può essere la vita.
"La vita è come un fiume": seguendo questo inarrestabile fluire mi sono trovato coinvolto in un cammino dove la Fede in Dio e l'Amore per Gesù Cristo hanno costituito sempre più la ragione fondamentale e la motivazione profonda di tutta una ricerca. Ed insieme la spinta a cercare di legarmi alla storia concreta delle persone che ho incontrato nel misterioso intreccio delle vicende: è stato uno scorrere ed un andare continuo, come dietro ad un sogno di cui all'inizio era difficile decifrare tutto il possibile significato.
Lentamente il fiume ha percorso un buon tratto del suo viaggio, trascinando nella corrente - a volte tranquilla e appena increspata dal vento, a volte tumultuosa - tutta una serie di briciole di storia quotidiana, di persone carissime e tanto amate, di delusioni, di sconfitte, di visioni, di sogni.. Nell'acqua di questo fiume che è la mia vita, come la vita di tutti, è trascorsa una vicenda fatta di mille piccoli fili tessuti giorno dopo giorno, di mille briciole per un pane a volte dal sapore dolcissimo a volte amaro; di tante gocce d'amore e di dolore che hanno sempre accompagnato il cammino.
Ora il fiume, dopo un largo giro, mi ha ricondotto nell'angolo della darsena, fra le piccole mura della Chiesetta del porto. Sono ritornato insieme - sotto lo stesso tetto - ai miei compagni dell'inizio del viaggio, nella casa che assomiglia ad una tenda oppure ad una barca che galleggia al punto di confluenza fra il mare e l'acqua di deflusso del padule circostante.
Sono contento di essere riapprodato a questo angolo di terra che per me rappresenta un punto di riferimento interiore, uno spazio non solo materiale e geografico, ma anche uno spazio del cuore, dello spirito. Un'ansa del fiume dove ho avuto la grazia di scoprire il tesoro da tempo cercato, la perla preziosa, la terra intravista nel sogno: un angolo di mondo in cui, passo dopo passo, si è dipanato il filo della Fede, dell'Amore, della Speranza.
So che il fiume continuerà senza soste la sua corsa: non so fin dove, né fino a quando, né attraverso quali percorsi. Mi abbandono senza riserve alla corrente di questa avventura portando dentro di me la certezza che essa è segnata essenzialmente dalla Bontà di Dio, dall'amore e dall'amicizia di tante persone, dal soffio dello Spirito che ha sempre sostenuto e alimentato la ricerca di nuovi orizzonti e nuove sponde. Tanto più che - in quest'angolo di mondo che è l'isoletta della darsena - il fiume acquista contemporaneamente le dimensioni del mare.


don Beppe
(da LcA n. 1 gennaio 1987)



in Lotta come Amore: LcA dicembre 2006, Dicembre 2006

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